Così leggiamo sul quotidiano “Il Tempo” in data 23 luglio: “Malati gravi in ospedale, più della metà sono vaccinati. Allarme da Israele”. Il Tempo diffonde questa notizia riprendendo il Jerusalem Post, dicendo: “Nell’articolo del Jerusalem Post si legge: ‘Al momento circa il 60% dei pazienti in gravi condizioni sono stati vaccinati. Inoltre, circa il 90% dei nuovi contagi sopra i 50 anni sono vaccinati con due dosi'”. Credo che alcune considerazioni siano doverose, soprattutto alla luce del fatto che stiamo vivendo in una gigantesca falsificazione della verità. Tenete bene a mente la notizia riportata: nell’autunno vi diranno che se siamo di nuovo condannati al confinamento coatto, ciò dipende dall’irresponsabilità dei non benedetti dal siero.
Cercheranno infatti di scaricare la colpa delle scelte politiche pre-ordinate del blocco oligarchico neo-liberale sui cittadini non benedetti e non muniti dall’infame tessera verde. Ciò secondo l’ennesimo prosperare del conflitto orizzontale tra gli ultimi, voluto e amministrato dai primi cioè dai gruppi dominanti. Eppure noi sappiamo, e il caso di Israele lo conferma, che anche i benedetti dal siero contagiano, si contagiano e finiscono in ospedale in condizioni grave. Come può essere allora colpa dei non benedetti dal sacro siero se il virus circola? Chi ancora disponga del logos ha tutti gli elementi per rigettare la narrazione egemonica. La verità non detta è che i lockdown torneranno sempre di nuovo e sempre di nuovo il potere cercherà di scaricare la colpa sulle vittime cioè sui cittadini, in questo caso dai non benedetti dal sempre laudato siero.

L’abominevole e orripilante discriminazione posta in essere con la sciagurata tessera verde è di ordine non medico-scientifico, come vorrebbero farci credere, ma è una discriminazione di ordine ideologico e politico. In particolare la discriminazione si abbatte su quanti non giurino fedeltà all’ideologia medica scientifica e al leviatano tecnico-sanitario. Come con i vecchi regimi novecenteschi, chi non prende la squallida tessera verde è svilito al rango di cittadino di seconda classe e privato della possibilità di lavorare e accedere alla vita pubblica. Perché mai bisognerebbe munire di tessera verde i benedetti dal siero, se contagiano, si contagiano e finiscono in ospedale quanto i non benedetti dal siero? Di che genere di discriminazione si tratta se non di ordine politico e ideologico, a nocumento dei dissidenti rispetto al nuovo regime medico-scientifico?

Terza considerazione: anche con l’epifania del sacro siero sempre laudando, non si tornerà alla normalità. I dispositivi emergenziali attivatisi sono destinati a persistere durevolmente. Diverranno essi stessi, alla stregua dell’emergenza, la nuova normalità. Proprio come il distanziamento sociale e la mascherina protettiva e la tessera verde, il nuovo mezzo di schedatura totale e totalitaria, così anche la pratica della benedizione di massa con il sacro siero è destinata ad essere parte integrante della nuova normalità in una duplice accezione. In primo luogo non si uscirà dallo stato di emergenza permanente, come il caso di Israele insegna. In secondo luogo la nuova normalità si caratterizzerà per i cicli infiniti sempre rinnovati di richiami ed inoculazioni, e ciò secondo la circolarità illimitata connessa alla forma merce.
Così non dobbiamo stupirci se già ora si parla, come se fosse la cosa più naturale del mondo, della necessaria terza dose del siero benedetto, alla quale seguiranno poi la quarta, la quinta, la sesta e così via, secondo la dinamica propria della produzione, della circolazione e del consumo delle merci.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro