I diritti fondamentali della Costituzione → Scarica il primo volume

Come fa la Costituzione, pensata e scritta 75 anni fa, ad essere attuale ed a costituire una guida per migliorare la vita del cittadino? La risposta arriva dalla spiegazione, punto per punto, di ogni comma e di ogni articolo così com’è stato pensato allora. Rileggendo gli articoli, vengono fuori anche insegnamenti per governare meglio oggi, a tutti i livelli amministrativi. Per questo il volume “La Costituzione della Repubblica italiana – I diritti fondamentali illustrati con le parole ed i pensieri dei Membri della Costituente”, del Professor Enrico Michetti punta a svelare le idee dell’Assemblea Costituente dietro alle norme.

Intervenuto a “Un giorno speciale”, con Fabio Duranti e Francesco Vergovich, il candidato a Sindaco di Roma ha spiegato l’articolo 5 della Costituzione, sull’indivisibilità dello Stato e il decentramento amministrativo, che recita: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento“.
Spieghiamone meglio il senso e le sfumature con il Prof. Enrico Michetti.

“L’Italia è una, non divisa, come l’allora antica Roma in Impero Romano d’Oriente e d’Occidente. Indivisibile, perché guarda al futuro affinché nessuno faccia una secessione: nessuno può dividere parte del Paese. Non è uno Stato federale, dove c’è una parte di autonomia degli Stati federali, né uno stato Confederale, cioè un insieme di Stati che hanno una loro sovranità. L’Italia ha un decentramento amministrativo neoregionalista, cioè ci sono le Regioni che hanno potestà legislativa molto più ridotta degli Stati federali e la sovranità appartiene appartiene unicamente allo Stato centrale. La delimitazione degli spazi di autonomia spetta unicamente allo Stato italiano.

In sede di Costituente c’era il tema che il regime fascista aveva un forte potere accentratore verso la persona di Benito Mussolini, per cui c’era una spinta forte per un decentramento amministrativo, tecnico e logistico. Vista anche una storia di ‘campanili’, di signorie, di diverse realtà cittadine, si è spinto molto sul criterio della sussidiarietà: si sono divise tutte le competenze e funzioni in ragione dei singoli argomenti. Questo decentramento è stato fatto per esplicitare al meglio i servizi. Poi le dinamiche sono sempre in evoluzione ed il Parlamento dovrebbe riallineare le esigenze che cambiano.

Il cittadino merita il servizio migliore e spetta all’ente più ‘vocato’ realizzarlo al meglio. L’articolo 114 dice che “la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”. A questi enti va data pari dignità perché in sede amministrativa in punto centrale è il servizio da offrire al cittadino e gli enti diventano meri strumenti e bisogna scegliere l’ente che meglio si attaglia”.

“Nel momento in cui entri in Comune bisogna andare a vedere i regolamenti e parlare con i funzionari. Occorre avere rispetto di chi è all’interno dell’amministrazione pubblica. Il mio primo obiettivo è rivalutare tutto il capitale umano nella PA che riguarda l’ente locale e le società partecipate. Attraverso il loro ascolto si capiscono le ragioni delle criticità. Bisogna mettere loro nelle condizioni migliori mettendo mani ai regolamenti attraverso le competenze che possiedo”.