Virginia Raggi perde pezzi. Da quando è stata eletta nel 2016, sono già dieci i consiglieri che hanno abbandonato la giunta capitolina, lasciando il primo cittadino con soli 19 voti a favore contro i 25 necessari per la maggioranza. La situazione per l’inquilina del Campidoglio si fa sempre più complicata, con le opposizioni – Pd e Lega – che minacciano di presentare una mozione di sfiducia.

Gli ultimi ad aver annunciato l’uscita dal Movimento 5 Stelle, già in subbuglio dopo lo scontro Grillo-Conte, sono Donatella Iorio, Angelo Sturni, Marco Terranova ed Enrico Stefàno. Quest’ultimo, presidente della Commissione Mobilità Comune di Roma, a “Lavori in Corso”, ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a lasciare la nave capitanata dalla Raggi che sembra ormai alla deriva.
Ecco il suo intervento ai microfoni di Stefano Molinari Luigia Luciani.

“Ritengo sempre molto importante il lavoro di squadra. Da tempo c’era sintonia su certi temi e su un certo modo di fare che non abbiamo più riscontrato nella sindaca del Movimento. Oggi siamo arrivati a questa conclusione finale insieme ai colleghi Donatella Iorio, Angelo Sturni e Marco Terranova.

Sul problema della spazzatura non ho mai sentito dire la sindaca o qualche assessore ‘Ho sbagliato, è colpa nostra, me ne assumo le responsabilità e cerco di rimediare’. Invece ho sempre sentito dire ‘È colpa del passato, di Mafia Capitale o della Regione’. Non è un modo di fare, meno che mai in questo momento storico dove una certa unità e condivisione andrebbe quanto meno cercata. Poi posso capire che non sempre si trova, ma è fondamentale aprirsi al dialogo e al confronto. Roma-Lido è una vicenda che ha seguito lo stesso percorso del tema sui rifiuti: c’è stato questo muro contro muro che alla fine non porta da nessuna parte e che vede perdenti i cittadini. Ma anche la politica che perde di credibilità. Le persone non ce la fanno più a vedere il rimpallarsi di responsabilità e questo li porta a non votare e a perdere fiducia nelle istituzioni.

Ci sta che il Movimento 5 Stelle si evolva, anzi si deve evolvere. Tuttavia bisogna tenere ferma la propria identità, cosa che si è invece persa. Emblematico che temi come le energie rinnovabili, i cambiamenti climatici, i rifiuti zero, che erano i nostri cavalli di battaglia, oggi si sono completamente persi . Anzi questi temi oggi stanno prendendo piede e il Movimento non è protagonista. Ci sta l’evoluzione – io l’ho vissuta molto da vicino: in 6 mesi siamo passati da opposizione a essere forza di governo – ma è necessario mantenere una certa coerenza, una certa visione, cosa che non c’è sempre stata.

Al di là delle appartenenze e dei cambi di gruppo, continuo con i miei colleghi a esaminare gli atti e valutarli nel merito: se dovessi decidere di votare o non votare una delibera, lo faccio perché non ci sono i presupposti e non perché ho cambiato gruppo o perché voglio fare un dispetto a qualcun altro. La sindaca formalmente può andare avanti anche senza avere la maggioranza in Consiglio. È chiaro che però quando ci saranno certi provvedimenti, il dibattito si farà più acceso.

Nelle vesti di Consigliere Comunale mi sento di aver dato tutto. Ho ottenuto in questi anni un’esperienza importante alla quale mi piacerebbe dare una continuità e mettere a disposizione a chi vuole portare avanti i miei temi. Su alcune tematiche ritengo di aver sviluppato una certa conoscenza sia dal lato teorico che da quello pratico. Il presidente Conte può interpretare quell’evoluzione del Movimento 5 Stelle di cui vi parlavo, mantenendo una forte identità con i principi che l’hanno visto nascere e guidarla in quella che è diventata una forza di governo con approccio che sostanzialmente cambia rispetto a quando non si è stato nella stanza dei bottoni.

Le persone cercano dei riferimenti, ma quando la politica non ha un’identità chiara, il consenso diventa molto volatile. Servono dei progetti seri, che mettano al centro delle tematiche da portare avanti con una certa decisione e determinazione. Nella fase storica che stiamo vivendo alcune opportunità che può avere l’Italia nei prossimi anni vanno colte, altrimenti si rischia di peggiorare la situazione del nostro Paese che è già precaria. Questo va poi tradotto su Roma dove una serie di temi – quali ad esempio investimenti e infrastrutture che ho rilanciato – devono concludersi entro 4-5 anni altrimenti la nostra città rischia di non essere più competitiva come un tempo.

Ho paura che la Raggi non riuscirà ad arrivare al ballottaggio perché si è perso un certo contatto con la realtà. Il Movimento 5 Stelle era nato per ascoltare i cittadini, per portare le loro istanze alle istituzioni e dare loro delle risposte. In questi 5 anni si è perso questo contatto con la cittadinanza, ma non è solo colpa della sindaca”.