Dal 31 gennaio 2020 l’Italia vive in una condizione particolare, rara dal punto di vista giuridico, affrontata solo in tempi di guerra: lo stato di emergenza. Uno status che ha permesso prima al Governo Conte 2 e poi al Governo Draghi di limitare libertà e diritti degli italiani per mezzo di decreti e Dpcm. In nome della lotta al virus sono stati calati dall’alto obblighi, imposti comportamenti “sanitariamente corretti” e tanti altri vincoli che il Belpaese ha avuto modo di conoscere.

Quel che sembra però peggiorare lo scenario, già di per sé fosco, è la durata del clima emergenziale. L’arrivo dei vaccini e la loro promessa salvifica sembra essere smentita dai fatti e dai datti. L’emergere di nuove varianti, per ultima la famigerata Delta, potrebbe indurre i decisori politici a prorogare lo stato di emergenza.

Così la crisi diventa normalità, il disagio temporaneo si trasforma in ordinaria amministrazione. Un punto che ha approfondito in diretta Fabio Duranti, che ha fatto questa domanda al professor Alessandro Meluzzi: “Non è che queste pseudo emergenze poi permettono a chi governa di imporre dei comportamenti, di instaurare emergenze infinite?”.

Ecco il parere del Prof. Meluzzi a Un Giorno Speciale.

“Tacito, grande storico romano, dice in modo insuperabile che più un regime è in crisi più si moltiplicano le leggi e la farraginosità delle leggi. Proprio perché moltiplicare un sistema normativo vuol dire mortificare, mutilare la libertà. Imporre un regime di emergenza, cioè un regime di tipo bellico, è il modo migliore perché un sistema di potere si possa perpetuare facilmente.

Perché alla fine di luglio verrà prorogato un clima di emergenza come se fossimo in una guerra mondiale o ci fosse stata una catastrofe nucleare? Perché questo consente un regime di eccezionalità che sospende le leggi, sospende la democrazia, sospende persino l’attività di controllo del diritto. È un elemento di repressione spaventoso, terrificante, molto pericoloso.

Emergenza vuol dire arbitrio. Emergenza vuol dire pensare di dichiarare di proteggere la salute degli altri per difendere soprattutto il proprio potere: questo è l’orrore del regime di emergenza. Serve soltanto a garantire il potere dei potenti probabilmente per ragioni diverse da quelle che si dichiarano. Probabilmente la crisi economica dell’autunno, gestita in un regime di emergenza sanitaria, consentirà strumenti repressivi e di controllo poliziesco più efficaci”.