La spesa pubblica è da tempo al centro al dibattito politico italiano. Ritenuta responsabile delle criticità dei conti pubblici del Bel Paese, a partire dagli anni 80′ è stata posta sul banco degli imputati come principale causa delle difficoltà economiche dell’Italia. Valerio Malvezzi dati alla mano ricostruisce l’andamento della spesa pubblica dal 2009 ad oggi smentendo i tanti luoghi comuni neoliberisti sull’economia italiana.

I grafici analizzati da Malvezzi evidenziano chiaramente il sostanzioso taglio di grosse fette della spesa pubblica a partire dal 1995. Analizzando le serie storiche sul lungo periodo i grafici evidenziano infatti un critico crollo degli investimenti. Spiega Malvezzi: “Da quando siamo entrati nell’Euro c’è stato un precipizio di spesa pubblica. Abbiamo tentato di rialzare la testa dopo la crisi finanziaria. Nel 2012 arriva Monti con una nuova spallata alla spesa pubblica”. Quali settori sono stati tagliati dalle forbici dell’austerity? L’analisi di Malvezzi sui dati disaggregati è impietosa: ambiente, trasporti, sanità ed istruzione le principali macro-categorie di bilancio a cadere sotto la mannaia dei tagli. Ad essere colpiti settori cardine del welfare state e dello sviluppo economico italiano.

Il risultato sui risparmi degli italiani non può che apparire drammatico: “Cosa succede al risparmio delle famiglie italiane quando perdiamo la sovranità monetaria e cominciamo ad entrare nel dogma neoliberista? Nel 1982 cominciamo a concepire di allontanarci dallo Stato, comincia la logica delle privatizzazioni e il baratro degli anni 80′. Il risparmio italiano crolla. Un crollo verticale del reddito. Il risparmio delle famiglie italiane è distrutto”.

“Il reddito di un paese è legato alla sua cultura e il declino culturale in Italia è legato al declino economico medio di reddito pro-capite.

E’ chiaro che tu ascolti dal telegiornale da 30 anni una spiegazione della realtà e, conseguentemente, non puoi che accettare quella spiegazione. Ovviamente quella è una spiegazione falsa, una bugia ripetuta più volte – dicevano gli esperti di comunicazione – diventa una verità”.

Spesa pubblica totale in Italia (% su PIL) 2009-2019: “Nell’arco dell’ultimo decennio, la spesa pubblica in Italia è scesa. Anche qui molti politici dicono ‘non è vero che abbiam tagliato la sanità, i trasporti, la scuola, l’università’ invece è vero. Quello che bisogna guardare – e questi sono dati Istat – quindi ufficiali è la percentuale sul PIL. Il rapporto spesa pubblica – PIL nell’ultimo decennio è sceso”.

Spesa per servizi pubblici generali dal 1995 (% sul PIL): “Che cosa abbiamo fatto da quando siamo entrati nell’Euro nel ’96? C’è stato un precipizio di spesa pubblica, durato sostanzialmente dal ’96 fino al 2007 – 2010 poi tentiamo di rialzarci la testa dopo la crisi finanziaria. Che non è finanziaria ma è di valori. Se la spesa pubblica per i servizi essenziali viene dimezzata per 25 anni, non è una riforma: è un massacro”.

Variazione della spesa pubblica italiana dal 2009: “Dove si sono avuti i maggiori tagli della spesa pubblica italiana? Ad esempio dei servizi generali abbiamo tagliato il 27%. Abbiamo dimezzato dal 2009 al 2020 la spesa ambientale, adesso mi spiegate perché dobbiamo tornare a rimettere i soldi dentro? Ma voi lo capite stanno raccontando un mare di stupidaggini? Tutti i politici vi diranno che hanno aumentato la spesa per gli ospedali ma non è vero, l’hanno tagliata del 15% in 15 anni.

Poi c’è il blocco dell’istruzione che è il futuro del paese. Tutti i paesi del mondo che sono avanti (ad esempio la Cina) hanno investito nella generazione che ci ha preceduto nella scuola primaria, secondaria e universitaria. Noi abbiamo tagliato la scuola primaria del 13%, la secondaria del 14% e l’università del 25%. Noi abbiamo distrutto la capacità cognitiva di un paese e, conseguentemente, quando distruggi il sapere di un paese che cosa ottieni?”

Elenco variazione della spesa pubblica in % sul PIL (dal 1995)

Tasso di risparmio famiglie italiane (1970-2019): “Nella questione dei saldi settoriali: se tu fai deficit dello Stato, aumenta il risparmio della famiglia; quando fai invece un surplus dello Stato, crolla il risparmio della famiglia. Il saldo familiare. Dal 1970 al 1982 noi continuiamo a crescere, cioè le famiglie italiane – a differenza di quello che raccontano i giornali – erano molto più ricche. Nel 1981 succede il divorzio tra la Banca di Italia e il Ministero del tesoro, cioè noi perdiamo la sovranità monetaria con un atto che non passa dal Parlamento.

E cosa succede al risparmio delle famiglie italiane quando perdiamo la sovranità monetaria e cominciamo ad entrare nel dogma neoliberista? Nel 1982 comincia la logica della privatizzazione, il risparmio italiano crolla dal 1990 a meno dell’8% del 2000 e poi, a quel punto, con l’Euro crolla ancora e oggi siamo al 2%. Questo vuol dire che il risparmio delle famiglie italiane è distrutto”.

“La spesa pubblica dal 2009, a differenza di quello che sostengono tutti i politici che ci hanno governato, non è vero che è aumentata ma è diminuita. La spesa pubblica per servizi generici si è dimezzata, stiamo parlando del 50% di tagli. Dei servizi principali i tagli sono stati oltre il 50%, la variazione di spesa pubblica dal 1995 indica che noi siamo il fanalino di coda di Europa. Il risparmio degli italiani è stato azzerato”.