Non si comprende bene come sia possibile rinnovarsi per l’impresa che nella letteratura del corporate strategy viene definita impresa protetta, cioè la piccola impresa. In tutta evidenza la sua eliminazione dal sistema economico appare un altro effetto collaterale, doloroso ma necessario. Fino a quando, torno a chiedere, non si alzerà una voce autorevole nel mondo morale e religioso a tutelare i più deboli?

Il documento di politica economica base di questo Governo, scritto dallo stesso Presidente del Consiglio Mario Draghi pochi mesi fa e approvato dai più importanti banchieri del mondo, di cui egli faceva parte, va nella direzione della difesa delle corporate, delle grandi imprese molto spesso multinazionali.

“Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid”, cioè difendere e ristrutturare il sistema delle grandi imprese. Addirittura si dice che le scelte devono essere fatte dal sistema finanziario perché il sistema politico non ha la forza per imporle, perché il cittadino si ribella col voto mentre nei confronti dei banchieri non ti puoi ribellare. È scritto a chiare lettere nel documento.

La domanda che pongo io è: ma nel momento in cui questo disegno di politica economica viene portato avanti e tutto il Parlamento lo sta votando, come pensate di difendere quella che viene chiamata la piccola impresa protetta, l’opposto della multinazionale? Come pensate di difendere quello che al 99% è il tessuto economico di questo Paese, se la politica economica va in direzione assolutamente opposta? E dato il silenzio assordante di tutto il mondo politico, che è prono al potere finanziario, la domanda che pongo è: perché non si alza una voce nel dibattito civile, morale, religioso, culturale?

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi