Gli anni passano, ma l’interrogativo resta sempre lo stesso: perché la terapia antitumore ideata dal Prof. Luigi Di Bella e tramandata dal figlio Giuseppe Di Bella è così osteggiata? A dare una risposta è lo stesso medico bolognese, prossimo agli 80 anni, che ai microfoni di Ilario Di Giovambattista ha parlato di “un formidabile conflitto di interessi finanziario, economico, industriale, ma anche ideologico”.

Ma nonostante l’avanzare dell’età, anzi forse proprio per questo, il dottor Giuseppe Di Bella ha deciso di divulgare ai colleghi medici le evidenze scientifiche della terapia. La loro ostilità nei confronti della “scelta antitumore” sarebbe causata dall’ignoranza di molti, ancorati a una discutibile sperimentazione di tanti anni fa. “Sono ostili perché non sanno”: è il parare del professore, che in diretta è intervenuto raccontando le nuove sfide che lo attendono.

Ecco l’intervento del Dott. Di Bella a Un Giorno Speciale.

“C’è un formidabile conflitto di interesse finanziario, economico, industriale, però anche ideologico. Perché mio padre non ha fatto parte delle élite della comunità scientifica e del mondo accademico. Questa terapia ha creato fin dall’inizio una certa contrapposizione perché in pratica delegittima delle scelte terapeutiche, dei paradigmi di ricerca. Per loro è stato un problema perché questa terapia è confermata dai risultati. Le testimonianze dei pazienti sono state talmente decise e talmente numerose. L’ostilità per questa terapia da parte di molti colleghi si base essenzialmente sulla mancata conoscenza della terapia stessa. Sono ostili perché non sanno.

Qual è l’obiettivo? Molti sono ostili perché non conoscono la terapia. Molti pazienti mi dicono che il medico di base è contrario. Allora chiedi al medico di base per quale motivo è contrario. Chiedigli se conosce la terapia. Sono contrari ma non conoscono la terapia. Non sanno neanche da quali elementi è composta. In pratica si rifanno all’informazione ufficiale da parte del sistema. La terapia è ostile per motivi ideologici e finanziari”.