L’economia umanistica è un’economia che crea il lavoro. Quella capitalistica – v’è ancora chi non lo comprende – lo distrugge.
Il modo in cui accade è semplice e straordinariamente efficace: il neoliberismo, distruggendo l’economia reale a vantaggio di quella finanziaria, sposta nelle borse non solo i valori, ma la proprietà delle cose speculando sul debito e sulla povertà della gente:

Affinché non possano ribellarsi sono necessarie due condizioni:

  1. Non sapere contro chi ribellarsi: per farlo è necessario creare delle sovrastrutture contro le quali non sia possibile la ribellione.
  2. Far vivere le persone in un regime di terrore e precarietà fisica e dell’anima.

Naturalmente potete sbeffeggiarmi, ma io continuerò a dare fastidio. Perché? Perché il pensiero unico dà fastidio a me. Lo vedo sui giornali, nelle televisioni: tutti convinti che questo sia il migliore dei mondi possibili, che la scelta europea sia la migliore possibile, che la scelta dell’euro sia la migliore possibile.
Non è così.

Affinché la povera gente possa liberarsi da queste catene, ci vogliono due condizioni:

  1. Sapere con chi prendersela. Di solito la gente inveisce contro i politici, che sono oggi i camerieri di quelli che veramente comandano: tutto l’arco parlamentare ormai è prono al potere finanziario. Tutti hanno detto di sì a Draghi, nessuno dice quello che succederà, cioè che stiamo svendendo la repubblica parlamentare italiana a una sorta di commissariato finanziario.
  2. Avere coscienza del regime di terrore, una situazione nella quale esista una precarietà fisica (la povertà) e dell’anima. Quest’ultima è insidiata dalla tecnologia, che usa il terrore per mantenere un pensiero unico sopito

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’economia umanistica con Valerio Malvezzi