Questa sera, alle ore 20:30, c’è la quinta puntata dei “Discorsi sull’Economia Umanistica“: parleremo della connessione tra economia e amore, tra cui apparentemente non c’è alcun legame, ma dobbiamo partire dal fatto che non c’è più alcun legame tra l’economia come la pensavano i greci e la virtù.
Noi siamo abituati a un mondo in cui abbiamo dimenticato le persone: questa sera parlerò dell’origine, del personale, di questo risuonare attraverso le maschere che venivano usate nei teatri greci e latini.
Abbiamo dimenticato cosa voglia dire il “gnōthi sautón“, cioè il “conosci te stesso”. Nessun politico afferma più queste cose.

Abbiamo dimenticato anche il fatto che l’economia non è accumulazione, come spiegato ne “La roba” del Verga: novella nella quale un ex bracciante diviene ricco e alla fine della vita si pente solo del fatto di non poter portare con sé le ricchezze accumulate, incarnando la metafora del consumismo e del capitalismo più sfrenato ante litteram.
E quindi uscimmo a riveder le stelle“, diceva Dante nel passaggio dall’inferno al purgatorio, in un girone nel quale le persone avide e prive di amore sono costrette a stare immerse nel ghiaccio.

Questo mondo di ghiaccio è il mondo delle borse, il mondo dei poveri e dei pochissimi ricchi che si stanno prendendo il pianeta. Oggi sappiamo tutto del calcolo delle borse, ma abbiamo perso la capacità di calcolo della crescita dell’uomo.
I due driver della paura e dell’amore di cui tratterò questa sera serve a capire che l’economia è incentrata o sulla paura o sull’amore. Insomma, noi sappiamo tutto sullo Spread – o pensiamo di saperlo – ma abbiamo perso la conoscenza della virtù; pensiamo di sapere tutto sulla crescita dei mercati e del PIL, ma abbiamo dimenticato cosa voglia dire crescita delle persone. Platone diceva che è normale che è normale che un bambino abbia paura del buio, ma la tragedia vera è che un uomo abbia paura della luce.
Ci vediamo questa sera, ore 20:30, con il discorso sull’economia dell’amore.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi