Tutti i partecipanti sono pronti ai blocchi di partenza della lunga maratona verso il Campidoglio. Tutti eccetto uno: il candidato a sindaco di Roma del centrodestra. Se la sinistra con ogni probabilità andrà divisa alle urne (nulla di nuovo) e se il M5S anche nella sua versione “contiana” ha riconfermato Virginia Raggi, nessuna ufficialità arriva dalla coalizione di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.

Il principale nome che fino a poco tempo fa era garanzia di qualità e affidabilità, quello di Guido Bertolaso, sembra essere ormai sfumato del tutto. E adesso grava l’incertezza sui diversi nomi che si rincorrono. Il centrodestra è così ancora alla ricerca di un candidato forte, che metta tutti d’accordo: arriverà?

A fare il punto della situazione è stato in diretta il vicedirettore de Il Tempo Francesco Storace, che ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani ha espresso preoccupazione perché “bisogna che si decidano subito a tirare fuori questo nome. Ci vuole coraggio e responsabilità”.

Ecco l’intervento di Storace a Lavori in corso.

“Per il centrodestra io ancora non ho capito perché non scelgono un candidato sindaco. La mia paura è che ci sia la volontà di scegliere qualcuno che poi obbedisce ai partiti. No, in realtà a Roma bisogna mettere un candidato con la testa libera. Il sindaco di Roma non può avere padroni e padrini politici. Leggo dei nomi così improbabili… Manco il negozio di generi alimentari sotto casa ha un cognome meno famoso di quelli che si fanno: io vorrei un po’ più rispetto per i cittadini.

Io lo dico dall’inizio: il centrodestra a Roma ha fior fior di parlamentari. Ma possibile che non ce ne sia uno che possa scendere in campo? Non è che non c’è classe dirigente?

La mia sensazione è che si debba mettere un ‘quisque de populo’ che sta lì, aspetta la telefonata: non va bene. Non si capisce perché questi nomi così deboli. Non si capisce sta storia? Io non riesco a capire questa situazione.

Fare il sindaco di Roma credo sia un onore, una delle missioni più belle che possa capitare a un uomo politico. Certo c’è un problema di poteri. Ed è evidente che chi si candida deve anche porre una condizione: che cosa fare di questa città dal giorno dopo le elezioni? Deve vincolare la sua maggioranza a una riforma vera, ma scritta nera su bianco.

Io credo che il centrodestra abbia bisogno di scegliersi un benedetto candidato a sindaco prima di domani, perché altrimenti la domanda che verrà fatta sapete qual è? Ma se non avete una vostra classe dirigente o un candidato sindaco all’altezza, quando andrete a governare chi ci metterete come ministri? Questa è la domanda delle domande, bisogna che si decidano subito a tirare fuori questo nome. Ci vuole coraggio e responsabilità”.