Altri guai per la Lazio: si inaspriscono le pene per il club e il Presidente Lotito nell’ambito del caso tamponi.
La decisione della Corte Federale d’Appello di accogliere in parte il reclamo proposto dalla Procura Federale aumentando la pena a 12 mesi e la multa a 200.000 euro ha colto di sorpresa il club e soprattutto l’avvocato Gian Michele Gentile, che a ‘Radio Radio Lo Sport’ ha espresso il suo stupore per la decisione annunciando il ricorso al Collegio di Garanzia del Coni.
Queste le sue parole in diretta.

Perché ritiene che questa sia stata un’ingiustizia nei confronti del Presidente e del club?

Il problema lo riassumo in poche parole perché probabilmente tutti già lo conoscono. Il tema principale di questo processo è stato quello relativo alle comunicazioni, alla struttura sanitaria pubblica, dell’eventuale esito positivo di tamponi eseguiti da calciatori. Il sistema costruito dopo il Covid l’anno scorso è stato concentrato tutto su un SISP ed è un servizio regionale presso le varie ASL. Tale servizio deve ricevere le comunicazioni dei positivi, contatta il positivo e gli dice cosa deve fare.

All’inizio i tamponi li faceva solo la Regione perché non c’erano laboratori specializzati. Poi ci sono state le convenzioni tra le regioni e i laboratori privati. In queste convenzioni, la Regione ha posto a carico dei laboratori la comunicazione immediata alla Regione attraverso una piattaforma telematica dell’esito dei tamponi negativi o positivi. Secondo la procura federale questo lavoro doveva essere fatto dal club della Lazio, che aveva due medici sociali e una struttura sanitaria importante, anche il Presidente doveva farlo perché il Presidente risponde di tutto. Perché? Qualunque cosa succede nell’ambito della società, secondo la procura e, purtroppo, secondo la Corte di ieri. Il Tribunale Generale aveva riconosciuto che il Presidente non aveva questa responsabilità, invece la procura ha insistito. Adesso vediamo come la Corte costruisce questa responsabilità. Le motivazioni dovrebbero uscire in settimana.

A monte di questo c’è il problema principale che è chi deve fare le comunicazioni. Secondo le convenzioni in materia sanitaria decidono le regioni“.

Ha la sensazione di una sentenza politica?

Le posso dire che è una sensazione che ho sentito più volte intorno alla Lazio e Claudio Lotito che, probabilmente, ha avvertito anche il Presidente. Io non vivo l’ambiente della Federcalcio e i problemi interni. Io lavoro sulle carte, e sulle carte questa è sicuramente una decisione anomala“.

Eventuale decadenza del Presidente Lotito dalle cariche federali. Ritiene che questo pericolo esista?

Lo statuto del calcio prevede che si possa parlare di decadenza solo dopo una sentenza definitiva. La sentenza della corte di ieri non è definitiva perché sicuramente andremo al collegio di garanzia del Coni, perciò il discorso potrà eventualmente aprirsi dopo che il collegio di garanzia dovesse confermare questa decisione. Ad oggi non ci sono i pressuposti per affrontare un tema di questo genere“.