“Si deve dare la possibilità ai romani di sapere chi sono i veri candidati e quali sono i programmi in campo“. E’ con queste parole che Andrea Bernaudo, Presidente di Liberisti italiani e Candidato a Sindaco di Roma, esorta i colleghi a far chiarezza su determinati punti delle future Elezioni amministrative di Roma 2021. La sfida elettorale è infatti iniziata da tempo, ma ancora non si conoscono i nomi di tutti i candidati.
Il rinvio delle elezioni ha quindi giocato a favore di chi ancora non si è ufficialmente candidato, mentre chi, come Liberisti italiani, è ufficialmente in campo non riesce a trovare spazio nei media mainstream,
Ne parliamo con Andrea Bernaurdo a “Un giorno speciale”. Ecco il suo intervento in diretta.
“Si sta parlando da mesi di non candidati o di presunti candidati. Calenda otto mesi fa ha iniziato la sua campagna elettorale in tutti i canali televisivi pubblici e privati ma all’inizio aveva lasciato intendere che tale candidatura poteva essere ritirata. Posizione che poi è cambiata nel corso del tempo. Per diversi mesi questa persona da non candidato si è fatto la campagna elettorale da candidato a sindaco di Roma con una sovraesposizione debordante.
A febbraio noi siamo andati dal notaio con quarantotto consiglieri e abbiamo firmato l’accettazione della candidatura su Roma. Per cui, se si vuole fare un dibattito su Roma, si iniziasse da chi si è candidato sul serio, non dai non candidati, dai presunti o da chi qualcuno vorrebbe che lo facesse quando invece non vuole farlo.
Se i romani oggi sapessero che c’è un candidato che vuole chiudere i contratti di servizio con Ama e con Atac, liberalizzare tutti quanti i servizi pubblici mettendoli a gara e facendo competere le eccellenze della libera impresa, penso che ci penserebbero due volte prima di scegliere un altro gruppo o un altro candidato. Però questa voce nel circuito mainstream non riesce a entrare. Noi stiamo portando avanti un ricorso alla AGCOM, qui c’è un problema di democrazia. Si deve dare la possibilità ai romani di sapere chi sono i veri candidati e quali sono i programmi in campo.
Roma è stata distrutta da tutti i partiti politici che attualmente pretendono di risollevarla. Ha avuto giunte di centro-destra, moltissime di centro-sinistra e la giunta a 5 Stelle. Che oggi i romani siano un attimo spaesati su chi dare il proprio consenso mi sembra abbastanza plausibile.
I romani sono un popolo di dissacratori, per cui se conoscessero bene il nostro programma, non farebbero fatica – in larga parte – a scegliere questa opzione di libertà contro il sistema clientelare e parastatale che sta paralizzando questa città. Governare questa città con le municipalizzate ha fatto un po’ comodo a tutti i partiti. O no?
Queste sono le preoccupazioni che oggi la società civile impegnata, che noi tentiamo umilmente di rappresentare, si sta ponendo di fronte a questa importante sfida.
Noi siamo stati l’unica forza politica ad andare al campidoglio per chiedere di non rinviare le elezioni. Si deve votare anche sotto le bombe, la pandemia non può bloccare, oltre le libertà personali, perfino la democrazia. Siccome invece non si è trovato un accordo sui candidati si è preferito rinviare le lezioni. E questo non è un problema marginale perché la Raggi continua a fare danni, e dal 15 aprile è un sindaco politicamente abusivo.
Roma è una città morta e va rivitalizzata. Deve essere la capitale internazionale della cultura, deve primeggiare ne mondo e per far questo Roma deve semplicemente funzionare. Per questo si deve chiudere il vecchio modulo amministrativo e fare una rivoluzione amministrativa: chiudere i contratti di servizio, le società municipalizzate, aprire alle liberalizzazioni e far sì che Roma abbia un trasporto degno di una capitale europea così come per la raccolta rifiuti. E, soprattutto, vanno azzerate tutte le tasse locali”.