Non una legge di censura, ma di prevenzione e punizione nei confronti dei crimini di odio: è questa la difesa dei favorevoli al disegno di legge Zan, contro le discriminazioni motivate da sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere, disabilità. A difendere in prima persona (è il caso di dirlo) il ddl che porta il suo nome, è stato in diretta il deputato del Partito Democratico Alessandro Zan: “La legge non interviene sul campo delle opinioni, voglio essere chiaro su questo”.

Insomma un provvedimento che non sarebbe mai arrivato dove è adesso, calendarizzato ieri in Senato dalla Commissione Giustizia, se silenziasse il dissenso. Proprio perché a quel punto, come ci ha riferito lo stesso Zan, “sarebbe una legge incostituzionale e a quel punto interverrebbe la Corte costituzionale a censurare quella parte della legge che limita le libertà di opinioni”.

Quali sono dunque gli obiettivi del ddl Zan? E da dove nasce l’esigenza di un intervento legislativo di questo tipo? A queste e altre domande ha risposto Alessandro Zan, ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

Ecco l’intervista all’Onorevole Zan a Lavori in Corso.

“Intanto la legge si occupa dei crimini di odio. Esiste già una legge, Reale-Mancino, che interviene contro i crimini di odio per ragioni razziali, religiose. Noi abbiamo esteso questa legge anche per altre fattispecie, cioè a quei crimini di odio verso quelle vittime che l’Unione Europea considera vulnerabili. Quello che fa la legge è in realtà applicare una legge dello Stato che esiste già. Nessuno è contro la libertà di espressione, perché ho sentito tante volte fare queste affermazioni. La libertà di espressione è garantita dalla nostra Costituzione dall’articolo 21.

Se uno dice ‘i gay mi fanno schifo’ è un’opinione, non credo sia un’istigazione all’odio. Se uno dice invece ‘i gay devono morire tutti’ è chiaro che questa non è un’opinione ma un’istigazione all’odio.

La giurisprudenza sulla legge Mancino ormai è consolidata. Ci sono tantissime sentenze che chiariscono come tutte le espressioni, il pluralismo delle idee, sono garantite dalla Costituzione purché non idonee, lo dice la giurisprudenza, a determinare un pericolo di discriminazione e di violenza nei confronti delle persone. In una democrazia la mia libertà finisce dove comincia la libertà di un altro: è un concetto semplice.

Ciascuno deve essere libero di esprimere le proprie opinione. La legge non interviene sul campo delle opinioni, voglio essere chiaro su questo. Altrimenti sarebbe una legge incostituzionale e a quel punto interverrebbe la Corte costituzionale a censurare quella parte della legge che limita le libertà di opinioni. La legge interviene sul fatto che una determinata espressione determini un pericolo per l’altro.

Noi non ci siamo inventati di allargare la legge Reale-Mancino a tutte le discriminazioni motivate da sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere, disabilità (come dice esattamente la legge), ma lo abbiamo fatto perché vi è una Direttiva europea del 2012 che ormai ha quasi dieci anni che tutti i Paesi europei hanno applicato. Salvo l’Italia che ancora non ha una legge contro i crimini di odio. Quindi mi pare che queste evidenze dimostrino il bisogno assoluto di questa legge nel nostro Paese.

Finora il Presidente Ostellari non ha dimostrato di essere un Presidente di Commissione super partes, come imporrebbe il suo ruolo: dismettere la casacca di partito ed essere un uomo delle istituzioni. Cioè un Presidente di Commissione che interpreta la sensibilità prevalente della Commissione Giustizia, che è a favore della legge. Ostellari non ha dimostrato di essere super partes e farà di tutto per ostacolare la legge”.