Il dibattito sulla Super League continua. Il conflitto ormai è nel pieno del suo svolgimento con i rispettivi eserciti impegnati nella battaglia. La chiara sensazione è che tutto, forse, finirà a carte bollate.

Le 12 compagini protagoniste dello scisma hanno trovato terreno fertile nella banca d’affari JP Morgan che, con una nota ufficiale, ha confermato l’interesse diretto nel finanziamento del progetto. A questo punto c’è spazio per un compromesso o per un armistizio con la Uefa di Ceferin?

Marco Bellinazzo de Il Sole 24 Ore ha fatto il punto della situazione sul tema

Ascoltando la conferenza stampa della Uefa, che presenta il progetto della Super Champions varato venerdì, Ceferin ha parlato di serpenti e di persone traditrici come Andrea Agnelli. E’ un Ceferin talmente arrabbiato che ipotizzare compromessi mi sembra poco probabile. Lui ha dichiarato di volersi appellare alla Commissione europea per bloccare la Superlega.

Sinceramente penso che, a questo punto, sia anche una questione molto personale che va guardata nella maniera più oggettiva possibile. Occorre dire che il modello di calcio che la Uefa ha contribuito a creare in Europa è un modello dove l’oligopolio e la mancanza di merito sportivo è stato determinato dalla Uefa stessa. La Uefa quindi ha molte responsabilità. Ora fare la parte della persona tradita, che non sapeva nulla di quello che stava accadendo intorno a lui, mi sembra un po’ eccessivo.

Io non sono contrario alla Super League, lo dico subito. Nel senso che a me il modello oligarchico attuale non piace. C’è bisogno di cambiamenti e non so se la Super League sia la risposta ovviamente. Serve dare una svolta, che non era certo la Super Champions della Uefa. La svolta è trovare un’altra strada, che sia quella di trovare format più remunerativi per i club partecipanti e che possa consentire una redistribuzione delle maggiori risorse prodotte non agli apparati Uefa ma a tutta la filiera calcistica.

E’ chiaro che la Superlega si fa. Il progetto è talmente avanti che una retromarcia sarebbe impensabile. L’accordo con l’Uefa va trovato per due ragioni. Prima di tutto la Commissione europea può intervenire soltanto se viene creato un sistema assolutamente chiuso. L’idea della Superlega è di aumentare esponenzialmente i ricavi, redistribuendone parte anche a chi non vi partecipa per poter quindi portare valore anche agli altri club. Partiamo dal presupposto che questi 12 club hanno perso nel 2020, senza le plusvalenze di mercato, 1 miliardo e 2 con 6 miliardi di debiti, e nel 2021 queste perdite potrebbero raddoppiare. Quindi partiamo da un’esigenza finanziare di queste squadre“.