Lo si insegna sin dalla scuola dell’infanzia, quando la prima lezione universitaria di statistica è ancora lontana anni luce, che i numeri presi da soli, senza precise operazioni aritmetiche, non rispecchiano al meglio la realtà.
Ma gli errori abbondano in tempo di pandemia, e spesso e volentieri è possibile trovarli anche in prima pagina. Di cosa parliamo? Della martoriata India, che come si riferisce in queste ore, starebbe vivendo un vero e proprio dramma a causa della pandemia di coronavirus.
Si parla di carenza di respiratori, di cremazioni svolte alla rinfusa per le strade della capitale, di un impietosimento perfino dagli acerrimi nemici del Pakistan. Il tutto a completare un’ecatombe che senza mezzi termini qualcuno definisce come “olocausto”.
Ma lasciando per un attimo da parte i disordini di New Delhi e dintorni, occorre spiegare il tutto con i numeri, con le statistiche dei contagi e con il tasso di mortalità da coronavirus.
Numeri che non è possibile prendere in valore assoluto (2800 morti al giorno) senza confrontarli con la popolazione totale, né paragonarli alle statistiche di altri Stati nazionali: il risultato, così facendo, sarebbe una descrizione che della reale situazione epidemica ci direbbe poco o nulla.
Il risultato è presto detto: un affrettato sensazionalismo con ben poche ragioni d’essere secondo Fabio Duranti, che insieme al Professor Luigi Garavelli, primario della Divisione di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, ha operato in diretta a ‘Un Giorno Speciale’ un piccolo ripasso di aritmetica, chiarendo con tutti i coefficienti necessari qual è la vera situazione dei contagi in India.
Duranti: “Con i dati finisce il catastrofismo”
“Credo che noi ci dividiamo in due parti ormai: chi ritiene che il catastrofismo sia fondamentale nella comunicazione – forse strumentale a qualche altra cosa – e chi invece ritiene che bisogna essere più a contatto con la realtà, che bisogna stemperare, essere positivi, guardare sempre la soluzione del problema, non millantare sul dramma dando un’immagine che non è quella reale.
Facciamo una lezione di aritmetica a questi cretini che scrivono queste cose.
Cosa sta accadendo? L’India è stata per lungo periodo senza alcun problema, vivendo il Covid in modo molto più “light” senza nessun tipo di distanziamenti, mascherature ecc…
Poi è arrivata una sorta di campagna vaccinale e, casualmente, ad un certo punto iniziano a impennarsi i contagi.
Badate bene: non parliamo di morti. L’India noi la troviamo con 140 morti per milione di abitanti, noi ne abbiamo quasi 2000.
A leggere i nostri giornali sembra un clima catastrofico. Togliamo le informazioni di guerra e paura e veniamo ai numeri.
Lezione di aritmetica numero 1: quanti abitanti ci sono in India?
1,3 miliardi di persone. E in Italia?
In Italia abbiamo 60,3 milioni di abitanti. Il rapporto tra la popolazione italiana e quella indiana è 1 a 23,03, ovvero l’India è più grande 23 volte rispetto all’Italia.
I giornaloni ci dicono che in India muoiono 2800 persone al giorno. Se ricordo i miei studi delle elementari, se io divido 2800 per 23, viene fuori 122. Dunque i loro 2800 morti sono come i nostri 122.
Mi sembra però che in Italia noi abbiamo 400-500 morti al giorno. Siamo arrivati anche a 993 morti il 13 dicembre 2020, pochi giorni fa ne abbiamo avuti 718!
Noi quindi potremmo dire che l’India è come l’Italia se avessero 22mila morti al giorno. Ne ha 2800. E noi stiamo parlando di “olocausto”: se quello è un olocausto qui cos’è? La scomparsa del genere umano?
Io consiglio a questi giornalai intanto di ripassare l’aritmetica, e poi di evitare di pubblicare nelle prime pagine dei giornali articoli che ci mostrano questa paura e che ci danno questa depressione“.
Garavelli: “Questa storia va avanti da mesi”
“Questa storia dei numeri presi in assoluto e non confrontati con la popolazione delle singole nazioni, se ricordi bene, va avanti da mesi. Ricordatevi quando parlavano dei dati degli Stati Uniti. Ricordatevi quando parlavano dei dati del Brasile, altro colosso mondiale con cinque volte gli abitanti dell’Italia, se la memoria non mi inganna.
Il dato veramente drammatico dell’Italia invece è il parametro internazionale che calcola il numero di morti per 100mila abitanti. Quindi è un dato non positivo assolutamente comparabile dove la nostra nazione è ai vertici internazionali.
l’Italia è fra i paesi al mondo con il maggior numero di morti per 100mila abitanti e questo dato continuano a non dirlo, a nasconderlo, a sottacerlo“.