Mai progetto durò meno: la Superlega europea naufraga inesorabilmente a suon di ripensamenti dopo appena 48 ore dalla sua nascita, gettando gli ideatori in un bivio ideologico e politico senza precedenti (nonostante si vociferi che il progetto resta).
Esulta il numero 1 dell’UEFA Ceferin, esultano i tifosi che fino a ieri si sono radunati davanti agli stadi delle proprie squadre per contestare la decisione, come accaduto a Stanford Bridge, così come all’Allianz Stadium e al Meazza.
Ma si può chiamare vittoria del popolo una ritirata sulla quale gioiscono anche gli sceicchi del PSG e le organizzazioni su cui fino a ieri incombeva l’ombra del privilegio e del favoritismo nei confronti del più forte e ricco?

Resta da capire non solo se la vittoria della gente sia apparente o meno, ma anche certi destini di alcuni patron troppo importanti per essere semplicemente ignorati. Nel frattempo la domanda che anima il dibattito e la seguente: la brutta figura è degli scissionisti Perez e Agnelli, o degli indecisi che lasceranno il progetto Superlega nelle prossime ore?

Il pensiero dei nostri esperti nel corso di “Radio Radio Mattino – Sport & News”

Stefano Agresti

Cosa è successo lo sappiamo: i club inglesi si sono tirati fuori. Nella notte è arrivata anche la nota dell’Inter, che non è più interessata al progetto, quindi vengono meno ufficialmente 6 club. L’Inter potrebbe mollare del tutto nelle prossime ore e lo stesso dovrebbe fare il Milan. Diciamo che il progetto si sta sgonfiando, anzi, è naufragato. Questi sono i fatti.
io non voglio essere retorico, ma credo che sia effettivamente la vittoria della gente, non ricordo tifosi scendere in piazza bloccando addirittura il pullman della squadra (come accaduto al Chelsea), ci sono stati striscioni anche a Milano e a Torino. E’ la vittoria della gente che si è tirata dietro addirittura i capi di Governo, e credo che sia stato decisivo Boris Johnson, perché se mollano le sei inglesi vuol dire che c’è stato un intervento del Governo molto forte.

Tony Damascelli

Di certo Andrea Agnelli ha fatto una pessima figura fino a ieri. Oggi la pessima figura la fanno quelli che si chiamano fuori in 48 ore. Almeno Florentino Perez e il Presidente della Juventus, tra mille errori, ribadiscono la propria posizione.
Interessante la posizione di Boris Johnson che prima esce dall’Europa con la Brexit, poi fa un discorso di popolo che si è ribellato e convoca tutti i rappresentanti della Premier, arrivando a questa soluzione.
Non c’è nulla di spettacolare, se non la tempistica sbagliata dei 12: il progetto rimane tale e quale, l’UEFA allarga la sua borsa per garantire più denari. Il resto lo vedremo.
Tifosi e politici sono stati tutti compatti, stranamente. Compatti come non lo sono stati sul razzismo, sul doping e sulla corruzione. Cose molto più gravi.

Furio Focolari

Io ritengo che Agnelli abbia fatto una pessima figura fino a ieri e una figura imbarazzante da ieri in poi, perché io credo che “errare umanum est, perseverare – ve lo dico alla romana – est sputazzerum”.
Si è ribellato il mondo. I tifosi delle squadre interessate si sono ribellati. I giocatori si sono ribellati. Tra gli allenatori ci sono stati i silenziosi, che vanno rispettati, i lacché, che vanno messi da parte, e gli uomini veri come Guardiola e Klopp che sono andati contro le proprie società quando non si sapeva che sarebbero uscite.