Lo hanno fatto davvero: sono tantissimi i ristoratori che in queste ore, in tutta Italia, hanno scelto di ribellarsi al blocco imposto dal Governo. Aperti sia a pranzo che a cena, così come annunciato, e a prova di protocolli anti-contagio. Distanziamento, sanificazione, mascherine dove necessario: sono attenti e tanto tanto motivati i proprietari dei locali che hanno aderito all’iniziativa #IoApro.

A ribellarsi però, naturalmente, non sono soltanto i proprietari, ma tutta la rete di lavoratori, dipendenti e aziende che ruotano attorno a questo genere di attività. E poi, naturalmente, i clienti. Chi sta scegliendo di andare a mangiare una pizza, di andare a bere qualcosa, di condividere un pasto si mette infatti nelle condizioni di subire una sanzione. Ma sono davvero tanti coloro che a supporto delle attività stanno scegliendo di non curarsi delle eventuali multe.

Come accade per esempio al ristorante Acero Rosso dove, ci racconta Aldo, il proprietario, i tavoli sono pieni: “Ho dovuto riprendere in mano l’attività per necessità – racconta – sono emozionato perché stasera riapro per la prima volta. È dal 10 di ottobre che non accendo le luci la sera. È commovente. Vedere il locale pieno e le luci accese è molto emozionante. Però credetemi, è stata una decisione molto sofferta, ma non ci sono altre soluzioni per vivere”.

La sua testimonianza arriva dal Veneto ed è solo una delle tante storie di ristoratori coraggiosi che in questo momento si stanno opponendo alle regole del Governo Draghi. A ‘Lavori in corso’, con Stefano Molinari e Luigia Luciani, ecco il suo racconto.