Durante le proteste dei lavoratori di Io Apro a Roma in questi giorni vi era tra gli altri un cartello la cui scritta a mio giudizio magnificamente cristallizza le ragioni di queste proteste. Allo stesso tempo manifesta splendidamente l’incomprensione e l’inadeguatezza di questo governo capitanato dall’ex uomo di Goldman Sachs e della BCE Mario Draghi. Così recitava il cartello: “Non esistono attività non essenziali, perché chi ha aperto quelle attività ci lavora per vivere”.

Proprio di un governo democratico è il fatto che siano i cittadini a decidere cosa sia essenziale per la loro vita. Non i comitati tecnico-scientifici, non i virologi superstar televisivi, non i governi tecnici scevri di ogni nesso con la sovranità popolare. Proprio dei regimi non democratici è invece che sia il despota a stabilire cosa sia essenziale e cosa no per la vita di ciascuno.

L’emergenza epidemiologia ha rappresentato l’occasione imperdibile per una riorganizzazione autoritaria e non democratica del modo di governare.

La verità incontrovertibile è che non soltanto il Governo non si è fatto carico delle esigenze dei lavoratori, addirittura si è adoperato con zelo per favorire il loro massacro a colpi di lockdown e coprifuoco. Del resto, rientra già da tempo tra gli obiettivi del blocco oligarchico neoliberale la distruzione preordinata dei ceti medi.

Vi è del metodo in questa follia. Si tratta peraltro, non passi inosservato, di una riorganizzazione planetaria dei rapporti di forza, vuoi anche di un golpe globale. Una riorganizzazione rispetto alla quale il Governo italiano è parte integrante. O pensate davvero che l’arrivo di Mario Draghi sia il frutto del caso? Sbaglia chi pensa che tutto ciò che sta accadendo sia solo una questione italiana, così come sbaglia chi ritiene che il Governo italiano non abbia alcuna responsabilità rispetto a quella che i più si ostinano a ritenere una semplice emergenza che non consente alternative.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro