Dato che non c’è mai limite al peggio, parlando delle riaperture degli istituti scolastici, c’è qualcuno degli ex membri del Comitato tecnico scientifico che ha proposto che il primo giorno di scuola tutti gli studenti (compresi i bambini di nidi e materne) dovranno essere sottoposti al tampone rapido.

Fin qui la cosa potrebbe anche passare, stiamo parlando del primo giorno di scuola. Il problema è che si parla anche di screening di massa agli studenti, da effettuare ogni due settimane. E la cosa dovrebbe riguardare anche i piccoli e i piccolissimi.

Voi immaginate un bambino della materna dover fare un tampone nasale ogni 15 giorni? Quale genitore accetterebbe una cosa del genere. Un test fastidioso per adulti, immaginate per i bambini piccolissimi che ovviamente non resterebbero immobili durante il test. La cosa più ovvia sarebbe quella di propendere per i test salivari, il problema è che non sono stati applicati dall’Istituto Superiore di Sanità perché ritenuti al momento poco attendibili.

Allora qual è il succo della questione? Dove vogliono arrivare? Il succo è che le mamme scalpitano giustamente per far rientrare i loro figli a scuola, quindi meglio terrorizzarle al pensiero di dover far subire ai loro figli un tampone nasale ogni 15 giorni. Ed ecco che in questo modo si fa rientrare il dissenso. È la classica teoria della shock therapy, ma questa volta utilizzata in ambito sociale: spaventare e strumentalizzare la paura indotta per far accettare le regole che si intende imporre.

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