Pronti via, e siamo subito ai commenti del giorno dopo. Perché Sanremo e Sanremo, ma inizia in versione light, e non solo per le sedie vuote dell’Ariston come vogliono le norme anti-Covid (anche se per orchestra e presentatori è valsa la regola dello studio televisivo). Le critiche prevalenti sono anche sul team scelto per esibirsi sul palco più prestigioso d’Italia: artisti poco conosciuti dagli over 40, poche canzoni che sono davvero rimaste nelle orecchie degli spettatori, comicità e gaffe da rivedere, sebbene Fiorello sia una sicurezza da quel punto di vista e ci si aspetta un crescendo.

Neppure l’audience premia la prima serata del Festival: gli ascolti sono stati un mezzo flop a tutti gli effetti, visto che sotto il 49% di share non si scendeva dai tempi del duo Fazio-Litizzetto nel 2014. I soli 8 milioni e 363mila spettatori sono un messaggio chiaro ad Amadeus, occorre dare di più ad un pubblico che non ha premiato la prima puntata, nonostante il coprifuoco.
La pensa così anche il giornalista Maurizio Scandurra, che ha commentato l’atto primo del Festival di Sanremo insieme a un’artista che quel palco lo conosce bene: chi si è salvato secondo Scandurra e Luisa Corna?
Scopriamolo nell’intervista di Francesco Vergovich.

Luisa Corna: “La mancanza del pubblico si fa sentire”

Si è avvertita la mancanza del pubblico, quindi i toni erano un po’ seduti. Mancava un po’ di verve. Le canzoni? Non ne ho individuate molte che mi hanno particolarmente colpito, devo essere sincera.
Per quanto riguarda questo Festival a me sono piaciuti i Maneskin, erano coerenti con il loro genere di musica, hanno proposto il loro mondo e li ho trovati molto energici. Tanti artisti personalmente non li conoscevo, ma probabilmente è una mia mancanza perché seguo poco il web.
Con Loredana Bertè non c’è gara quando inizia a cantare i suoi brani storici. Questo suo modo di proporsi rock e con queste farfalle in testa fiabesche e con il suo mondo lo ha portato sul palco ieri sera. Loredana è rinata, è una fenice. Quante volte è rinata sulle sue stesse ceneri? E’ una forza della natura.
Matilda De Angelis? Ho trovato una certa disinvoltura nel suo modo di essere. Bella, nel suo modo di fare molto gioviale e piacevole.

Scandurra: “Dopo la Bertè il Festival poteva finire”

Ho visto un festival di stonati. Stonati per quanto riguarda i big che tali non sono, ma anche tra quei cantanti come ad esempio Arisa, Noemi ecc. mi sarei aspettato di più: tanta imprecisione, canzoni scontate, testi banali.
Abbiamo visto tanti artisti che probabilmente mia nonna (ma anche chi ha quarant’anni) si chiede chi fossero, concludo dicendo che forse vale riportare un titolo di Colapesce e Dimartino: “Musica leggerissima”, che io definisco un po’ come i nuovi Righeira, soltanto che i due Righeira veri spaccavano di brutto e le loro tre-quattro canzoni hanno fatto il giro del mondo, e non c’è bagno, lido o beach che non le riproponga ogni estate.

Loredana Bertè è una delle signore rock della nostra musica e soprattutto un’artista che ha una carriera che equivale alla sua vita. Una donna che si era persa e anche ritrovata. La Bertè non ha però più la voce di un tempo, come ad esempio Antonella Ruggiero che quando la senti cantare sembra uno strumento e che il tempo non le è mai passato. Però la Bertè dimostra grinta e passione come nessun altro, per me il Festival poteva finire dopo la sua esibizione, anzi se avesse fatto un bis mi avrebbe fatto ancora più contento.

Credo che Matilda De Angelis sia stata l’unica vera big in gara. Un’artista giovane che ha dimostrato padronanza del palco, competenza lessicale e garbo. Assolutamente le auguriamo una carriera brillante che possa essere la più rosea e fertile possibile“.