“L’ivermectina è un farmaco che contro il Sars-Cov2 si è rivelato assolutamente straordinario”: a parlare è il Prof. Pietro Luigi Garavelli, Primario della divisione di Malattie Infetive dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara.

Una possibile risposta al prima, durante e dopo Covid secondo il Professore: l’ivermectina infatti funziona molto bene nelle prime fasi della malattia, ma a differenza della già adoperata idrossiclorochina può essere utilizzata anche nelle fasi più acute. Le sue prodezze però non si esauriscono qui: può infatti essere una cura per i sintomi da “long Covid“, cioè quei sintomi che si protraggono anche per mesi dopo aver superato la fase più dura della malattia e, poiché è già stato fatto in passato con altri parassiti, si può anche iniziare a pensare di utilizzarla contro il virus in via preventiva.

La domanda perciò è d’obbligo: com’è possibile che le istituzioni rimangano indifferenti di fronte a questo farmaco rivelazione di cui tanti medici, non solo il Prof. Garavelli, riportano testimonianze di efficacia ed evidente utilità?

Questo farmaco potrebbe cambiare completamente le carte in tavola, e in attesa di risposte da parte delle autorità competenti, il Prof. Garavelli punta molto alla diffusione di queste informazioni tra medici e colleghi affinché possano tutti venire a conoscenza delle potenzialità di questa molecola. Ai nostri microfoni ha spiegato nel dettaglio in cosa consiste l’ivermectina e perché è così importante. Ecco cosa ha detto in diretta a Francesco Vergovich e Fabio Duranti.

“È un farmaco che contro il Sars-Cov2 si è rivelato assolutamente straordinario. Usato in parassitologia medica da sempre, io lo conosco da 30 anni, contro il virus ha rivelato due meccanismi di azione imprevisti: una diretta sul virus e una diretta sul sistema immunitario. Cosa interessante, mentre l’idrossiclorochina funzionava solo nelle fasi precoci della malattia, l’ivermectina funziona anche nelle fasi avanzate della malattia, quindi nei pazienti di rilevanza ospedaliera, e nella cronicità della malattia. E poi funziona anche nel profilassare, cioè nell’evitare che i soggetti si possano prendere il Covid ed è importante visto che è emerso che il virus muta e dato muta anche sotto la pressione dei vaccini rendendoli inefficaci. Il personale vaccinato quindi rischia di essere esposto al ceppo mutante. Il vaccino da solo non va da nessuna parte, i farmaci da soli non vanno da nessuna parte, devono essere abbinati contro il bersaglio virale.

Inoltre a livello preventivo è una strategia che potrebbe essere pensata ragionando come per la cecità fluviale: non esistendo vaccini per questi parassiti che si chiamano Filarie periodicamente si fanno degli interventi preventivi somministrando alla popolazione l’ivermectina. Questo approccio ha abbattuto questa gravissima malattia.