Disastro in salsa bianconera. La Juventus saluta agli ottavi di finale la Champions League tanto desiderata. Il Porto fa un sol boccone di Ronaldo e compagni, dopo il 2-1 del match di andata, con una sconfitta ininfluente per 3-2.

Allo Stadium si materializza una prestazione opaca e sovente confusionaria dei ragazzi di mister Andrea Pirlo. L’unico a salvarsi è Federico Chiesa: un moto perpetuo. Gli altri deludono con prove incolori. Il comportamento della barriera a tre nella punizione di Oliveira è l’emblema della serataccia juventina.

Queste le reazioni delle nostre Teste di calcio

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Franco Melli

Credo che sia una specie di resa dei conti. Direi non solo della Juventus, che però è stata per molti anni la nostra squadra più rappresentativa, perché noi rischiamo di non avere squadre che vanno avanti in campo internazionale. Ci risiamo con il piccolo mondo antico del nostro calcio. Dove ce la cantiamo e ce la suoniamo, dove le valutazioni sono sempre eccessive e deformate, dove bisognerebbe fare un serio esame di coscienza rivedendo un po’ tutti. D’altra parte che questo fosse un anno sbagliato per la Juventus lo si era capito fin da quando Andrea Agnelli ha scelto Pirlo come allenatore in un momento in cui doveva rifare il centrocampo, rifatto malamente tra l’altro.

Tony Damascelli

A livello internazionale gli errori li paghi subito. Non hai il tempo per recuperare. La Juventus ieri sera è partita con l’handicap, come le capita spesso quest’anno. In passato era capitato, ma aveva una forza di reazione e una cattiveria agonistica scomparsa. Contro il Porto c’è stato un limite tattico evidente della Juventus. Con gli avversari compatti in difesa o si cerca la soluzione dalla distanza, oppure hai uomini capaci di entrare con il dribbling come Chiesa. E’ stato singolare che l’allenatore abbia impiegato tutto quel tempo per inserire Kulusevski, altro uomo capace nel dribbling. Questa lettura dovrebbe essere normale per un allenatore, ma non lo è per Pirlo e per il suo staff. I bianconeri hanno voltato le spalle all’Europa, così come Ronaldo ha voltato le spalle sulla punizione del goal portoghese.

Furio Focolari

La Juventus ha cominciato malissimo, come aveva cominciato malissimo con la Lazio. Poi si è un po’ ripresa. Nel momento in cui Chiesa fa quello splendido goal, Taremi fa quella sciocchezza e viene espulso, chi di noi non ha pensato che la partita non aveva più storia. Hai fatto anche il secondo goal abbastanza presto. Tutto questo non si spiega.

Ai nostri microfoni è intervenuto Luca Bianchin della Gazzetta dello Sport sul futuro di Pirlo e Ronaldo

Non è questione di rimettere in discussione qualcuno. Intanto ci sono parole nella notte di Pirlo che hanno la loro importanza quando dice che il progetto è solo all’inizio e che si è già confrontato con Agnelli. Per lui, come ha fatto capire, è solo un incidente di percorso in un cammino lungo che lui immagina a medio termine almeno. La squadra è stata ringiovanita e deve imparare lungo il percorso. Ovviamente non si aspettava nemmeno l’allenatore di uscire col Porto e non è normale che siano usciti con il Porto. Dalle frasi si capisce che per Pirlo è soltanto un momento di un percorso più lungo.

Quanto a Ronaldo, lo sappiamo tutti, il Covid ha cambiato molto certi parametri. I 31 milioni dati dalla Juventus credo che non siano affrontabili da nessuna squadra internazionale adesso. Di conseguenza credo che l’opzione più probabile sia che lui termini questo quarto anno alla Juventus. A meno che lui non decida che il triennio è andato così tanto male da volergli far affrontare una nuova esperienza con altro denaro e altri stimoli in un altro campionato“.