Sanità al collasso. Un grido di allarme che valeva già prima dell’inizio del 2020, ma che con l’emergenza covid si è trasformato in tragica realtà. Gli anni della ‘spending review’, dei bilanci in ordine, dei tagli alla spesa pubblica, hanno presentato un conto salatissimo dal momento in cui i posti letto negli ospedali cominciavano a riempirsi di pazienti contagiati. La scarsità di terapie intensive e di personale in camice bianco al servizio dello Stato hanno fatto il resto.
Ora la sanità è entrata in perenne zona rossa. Molte delle misure ferree e stringenti adottate nel corso di tutto questo tempo sono giustificate proprio dalla tenuta al limite del sistema nazionale. Ma della situazione che riscontriamo oggi, quanto si deve alla stagione dell’austerità?
Alcune cifre ufficiali sulle perdite subite dalla nostra sanità le ha mostrate in diretta il professor Valerio Malvezzi, intervenuto ai microfoni di Fabio Duranti e Francesco Vergovich. Ecco il suo commento a “Un giorno speciale”.
“Volevo dare alcuni dati sulla sanità italiana perché non voglio parlare di covid però gli effetti del covid dipendono anche da queste scelte.
Prima di tutto: nel 1997 ogni 1000 abitanti c’erano 6,5 posti letto, nel 2018 siamo appena sopra a 3 posti letto. Abbiamo dimezzato i posti letto, questo è il risultato di essere entrati nell’euro. Siamo passati da circa 300.000 posti letto a circa 210.000. L’Italia, ripeto a 3 posti letto ogni mille abitanti, la Germania ne ha 8. Ditemi voi se siamo in un’Europa unita.
Noi abbiamo meno posti letto di prima e questo poi ha un impatto nella vita di tutti i giorni. Quando tua mamma o tuo padre andavano in ospedale 30 anni fa avevano una permanenza ospedaliera superiore a quella di oggi. Avere creato una sanità di stampo privatistico poi ha un impatto sulle cure. Non solo per i covid, ma i posti letto riguardano anche infarti, tumori e altre questioni.
Se andiamo a vedere la spesa sanitaria in percentuale Pil rispetto agli altri Paesi noi siamo il fanalino di coda su dati internazionali. Siamo il fanalino di coda perché? Perché negli ultimi 10 anni abbiamo tagliato la spesa pubblica per mettere a posto i bilanci degli Stati e mettere in disgrazia i bilanci delle famiglie”.