La scossa provocata dalla sospensione del vaccino AstraZeneca ha agitato le acque un po’ di tutti: del Governo, degli scienziati, dei cittadini. Così mentre da un estremo all’altro del Paese molte vaccinazioni sono saltate all’improvviso, il caos mediatico provocato dal flusso di notizie sui presunti effetti del prodotto anglo-inglese sta scoraggiando anche chi sin dall’inizio aveva intenzione di procedere con l’iniezione.

Intanto l’Ema per voce della sua direttrice ha dichiarato che “non possiamo arrivare a una conclusione senza una valutazione scientifica e completa”, confermano anche la decisione finale fissata a giovedì dell’ente europeo regolatore dei farmaci.

In attesa della presa di posizione da parte di Ema e di chiarimenti da parte delle istituzioni italiane, Stefano Molinari e Luigia Luciani hanno chiesto un parere al professor Giovanni Di Perri, responsabile delle malattie infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino.

Ecco l’intervento del Prof. Di Perri a “Lavori in Corso”.

“C’è stato un apparente, non dico conflitto, ma la distribuzione delle comunicazioni a enti rappresentativi a titoli diversi. Le regioni, poi l’Aifa in rappresentanza dello Stato, poi diversi Governi europei, alla fine l’Europa. L’impressione che ho avuto ieri sera è che più dei numeri, mi è sembrata la volontà di allinearsi attorno a un atteggiamento di cautela istituzionale. In fondo l’Europa forse su questioni così sconvolgenti non aveva ancora fatto le prove di funzionamento. Evidentemente l’evento non ha precedenti. Per cui forse così come l’Europa è stata quella che ha trattato i vaccini con tutti i minus della questione, forse ha voluto ricondurre a sé anche la gestione di una questione delicata sollevata da quei decessi improvvisi”.