Qualcosa si è inceppata nella campagna vaccinale partita con squilli di tromba e rulli di tamburo in tutte Europa lo scorso 27 dicembre. Le dosi scarseggiano, i piani di inoculazione vengono con costanza aggiornati al ribasso, i contratti quantomeno discutibili vengono fuori.

Nonostante le disavventure non si placano i sostenitori del motto “vaccinare, vaccinare, vaccinare”, i quali oltre a promettere quantità di iniezioni che non si sa se saranno rispettate, non permettono a chi dissente di manifestare liberamente il proprio pensiero.

“All’epoca del nazismo e del fascismo così funzionava: se ti opponevi a qualcosa, facevi una brutta fine”. Questo il commento arrivato in diretta da Fabio Duranti, che è intervenuto sull’argomento ai microfoni di Francesco Vergovich.

Ecco il pensiero di Fabio Duranti a “Un giorno speciale”.

“Adesso c’è la corsa che a chi vaccina di più, a chi è più bravo: vincerà la medaglia d’oro? Sembra però che potervi ragionare su questa faccenda sia diventato… per carità, diventi un negazionista. Il cervello non va acceso, devi essere stupido e devi accettare quello che ti dicono: ‘ormai la vaccinazione deve arrivare su tutti’.

Ma poi tu ti accorgi di una cosa. Scusate, voi sta te facendo la gara per le vaccinazioni, ma il bugiardino del vaccino lo avete letto? Perché se non lo avete letto andatelo a leggere, prima di firmare il consenso. Ma leggetelo tutto però, non fate come con il cellulare che quando scaricate le cose accettate tutto. Poi dopo ti ritrovi che ti svuotano il conto e dici ‘sono tutti criminali’. No, non sono tutti criminali, sei tu che sei cretino. Hai accettato senza sapere cosa accettavi, non lo hai letto. Ma se tu accetti fidandoti così ‘tout-court’, è chiaro che poi ti svuotano il conto o ti svuotano la testa.

Allora dicevamo i vaccini. Io prendo il bugiardino lo leggo e non posso firmare che potrei morire o potrei avere degli esiti strani, perché questo c’è scritto lì sopra. Allora io chiedo: è possibile ancora farsi delle domande in questo Paese, senza essere tacciati di qualcosa? Oppure il dibattito deve essere chiuso intorno alla narrazione ufficiale del mainstream? All’epoca del nazismo e del fascismo così funzionava: se ti opponevi a qualcosa, facevi una brutta fine. Adesso sembra che sia la stessa identica cosa”.