Cos’è il voto di scambio? Quando si promette qualcosa in cambio del voto? Quando ci si impegna a garantire un favore in cambio di “supporto” in periodo di elezioni? Oppure anche quando si mettono le persone nelle condizioni di perdere un sussidio laddove non venga votato un determinato partito?

Il dubbio lo ha sollevato in diretta il Direttore di Gazzetta Amministrativa Enrico Michetti che sulla questione ha una posizione ben precisa: il reddito di cittadinanza è voto di scambio.

Sapere di perdere il sussidio nel caso in cui il Movimento 5 Stelle non venga rieletto, comporta, secondo il Professore, che i cittadini non siano liberi fino in fondo di esprimere il loro voto e la loro preferenza.

A ‘Un giorno speciale’ si è tenuto un dibattito proprio su questo tema: con Francesco Vergovich, Fabio Duranti ed Enrico Michetti, ecco com’è andata.

“La Costituzione all’articolo 1 dice che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. E non fa distinzione tra lavoro di Serie A e lavoro di Serie B. Il lavoro è quello che restituisce all’uomo la sua dignità. Perché oggi se parliamo di reddito di cittadinanza, quello è schiavismo. Chi percepisce il reddito di cittadinanza, se non vota il Movimento 5 Stelle, sa che lo perderà. E quindi, quel voto, non è un voto libero. È un voto che ha già un simbolo sulla scheda.

Allora mi chiedo: cosa è il voto di scambio? Bisogna fare attenzione perché non solo si viola la Costituzione, ma si incide sulla dignità delle persone per carpirne il voto.

Se rimuovono quel provvedimento, lo perdono. Quando si fanno politiche meramente assistenziali che non vanno nel verso della nostra Costituzione, ossia di dare alla persona la possibilità di essere libera, di staccarsi dal sussidio, a mio giudizio è voto di scambio”.