Mascherine, plexiglas e banchi a rotelle potranno presto contare su un nuovo strumento simbolico di gran moda nell’epoca del Covid: la primula fucsia dei gazebo della campagna vaccinale contro il Covid, che si prospetta tra le più grandi nella storia della medicina.
Un fiore che dovrebbe essere simbolo della primavera, della nuova vita dopo il Covid, della riacquistata libertà (su cui però alcuni scienziati restano scettici nonostante il vaccino). Ma l’altro messaggio che si cela dietro il fiore che i vaccinati dovrebbero indossare sopra i loro indumenti non va sottovalutato.

Non va sottovalutata secondo Diego Fusaro la possibile intolleranza e indesiderabilità sociale che si genererebbe su chi, per sua democratica scelta, decidesse di non vaccinarsi e dunque di non apporre questo particolare simbolo sulla sua persona.
Ecco l’intervista del filosofo e saggista ai microfoni di Francesco Vergovich e Fabio Duranti.

Duranti: “Le leggi razziali nascono da un Comitato Tecnico Scientifico”

Noi assistiamo sui giornali ai nuovi illuminati. Le leggi razziali nascono da un Comitato Tecnico Scientifico. Ma scusate, condividiamo questa cosa che anche all’epoca il Cts era un gruppo di nominati e illuminati che avevano ragione di tutti gli altri? E’ la stessa cosa che sta accadendo a noi, adesso.

Noi oggi abbiamo un gruppo di neo nominati e illuminati che vuole governare il mondo. Conte che dice “c’è la scienza che deve governare” credo sia una delle cose più rabbrividenti che io abbia sentito dalla bocca di questo signore. Perché “poi c’è la scienza che deve governare” mi ricorda proprio gli anni ’30, quando la scienza ha detto che gli ebrei erano biologicamente diversi“.

Fusaro: “Vogliono fare vaccini e lockdown, le cure non interessano”

Negli anni del ‘900 più bui c’erano le stelle gialle con cui venivano identificate certe persone. E adesso ritorna la primula fucsia che identificherà altre persone che si sottoporranno al vaccino per distinguerle da chi non si vaccinerà e, già vediamo sui giornali, per indurre all’isolamento e alla pubblica gogna chi non si farà il vaccino.

Se ci fosse Galileo redivivo oggi sarebbe sottoposto al silenziamento. Abbiamo un Comitato composto da persone che si ammantano il titolo di scienziati, ma in realtà operano in maniera contraria rispetto alla scienza. Tant’è che mettono a tacere i Galilei contemporanei.

Le loro tesi vengono aprioricamente condannate e costretti al rogo contemporaneo. L’unica via che non vogliono percorrere è quella delle cure. Bisogna fare il lockdown, bisogna fare i vaccini di massa, ma mai si punta l’attenzione sulle cure che esistono. L’idrossichlorochina, ad esempio, ha uno svantaggio per i padroni del Big Pharma: costa poco. Tarro a Napoli e De Donno in Lombardia parlavano del plasma iperimmune. Anche esso ha uno svantaggio per i padroni del Big Pharma: costa pochissimo”.