Il primo tempo della partita fra Benevento e Genoa si è svolto con un andamento piuttosto lento ed equilibrato. 

La Strega, in ogni modo, ha avuto un maggior possesso palla e in linea generale, ha dominato i primi 45 minuti. Capranica, in riferimento alle partite precedenti, è migliorato e oggi si è dimostrato più sicuro nel dribbling e nella difesa palla. Può, senza dubbio, dare di più. Gli è stato negato un rigore abbastanza netto, ma questa dei rigori negati e/o assegnati è la vecchia, solita, tipica, vergognosa, storia italiana del “fatta la regola trovato l’inganno”. Tra arbitri e Var, affermo (pur non avendo le prove, se non nei fatti) che vi sia un tacito accordo, non limpido, né aderente alla vera giustizia sportiva, di favorire ora questa, ora quell’altra squadra; in fondo sono aziende. Caprari per di più è stato come si suol dire ‘curnútu e bastuniátu’! Perché nella sua discussione al riguardo del rigore non concesso, è stato ammonito dall’arbitro. 

Lapadula, è stato poco incisivo, ma bene o male tiene impegnati due giocatori, sempre.

Il secondo tempo inizia con un Benevento che sembra ormai aver definitivamente superato il periodo della Nikefobia e della idolatria dei miti della serie A.

Letiza ed Hetemaj come in ogni partita, non si risparmiano, e prendono la loro solita dose elevata di calci e gomitate; ma non lamentano e non mollano mai la preda. Sono ammirevoli e diventano un esempio incoraggiante per i compagni.

Insigne, latita per tutto il primo tempo, e nel secondo, al 57’,  Hetmaj, dopo un’ennesima azione combattuta, quando sembrava rotolare per terra, crea un assist intelligente, in punta di piede, verso il 19 napoletano, che anticipa con eleganza, anch’egli il suo avversario, e colloca, con un bel sinistro ad effetto interno, la palla in fondo alla rete; proprio ripetendo quella sua giocata a rientrare da destra a sinistra e indirizzando il pallone nell’angolo più lontano dal portiere Perin. 

Il Genoa Fa uscire Czyborra ed entrare Criscito sperando in una maggiore penetrazione dalla parte di Letizia e al 58’ Pandev al posto di Shomurodov, per dare maggiore esperienza alla squadra. Esce anche l’ex juventino Sturaro per far entrare Radovanovic, e al 72’ Destro lascia il posto deluso, a Scamacca.

Pippo Inzaghi, che non è sprovveduto, toglie Insigne e fa entrare Tello al 74’ per dare un aiuto maggiore al centrocampo. Il Genoa, al 75’ inserisce Zappacosta al posto di Goldaniga. Al 79’ entra Sau al posto dell’ottimo Caprari, forse ancora troppo solo in attacco; ma in crescita. E sempre al 79’ entra il giovane Di Serio al posto di un volenteroso ma ancora fuori forma Lapadula.

All’80’ entra Foulon al posto di Tuia, che oggi non ha sbagliato nulla, ma negli ultimi minuti era stato colpito da crampi.

All’ 89’ è proprio da un’azione di Di Serio che nasce il rigore che porterà la bella Strega al meritato 2 a 0: Di Serio fa un inatteso e bellissimo assist in uno spazio in cui sapeva che avrebbe trovato Sau, il quale si proieta deciso in esso. Il difensore lo atterra. Stavolta l’arbitro fischia il rigore. Lo tira lo stesso Sau e rompe il ghiaccio, segnando questo gol di cui aveva bisogno per rilassarsi in campo visto che nelle partite precedenti era teso e imperfetto. 

Il Benevento sta dimostrando, grazie anche ad Inzaghi e al suo staff, di non temere più nessuna squadra ed è certo che nel momento in cui rientrerà il suo talento più atteso, Nicolàs Viola, darà filo da torcere a tutti. Anche alcuni grandi come Roberto Baggio e Pablito Rossi, per ricordare soltanto due, hanno vissuto momenti drammatici e poi sono rientrati superando finanche i limiti del dolore con i loro caratteri forti. Sarà così anche per Nicolàs, che gli amanti del bel calcio attendono, ormai assetati delle sue belle giocate.       

Mimmo Politanò