Qui la politica dismette il proprio ruolo e affida le risposte alla scienza“. Con queste parole il Presidente del Consiglio Conte rispondeva alla domanda della giornalista di SkyTG24 che gli chiedeva di spiegare l’altissimo numero di decessi in Italia legati al Covid durante l’ultima conferenza stampa. Il premier ha risposto stizzito, facendo intendere che la politica abdica il proprio ruolo lasciando decidere alla scienza. In pratica uno scarico di responsabilità che lascia le conseguenze delle decisioni del Governo in mano agli scienziati.

Ma in un paese democratico, che ha eletto i propri governanti con il voto, è accettabile che i poteri vengano demandati ad un gruppo ristretto di persone che non hanno niente a che fare con la politica?

È questo quello che si chiedono Valerio Malvezzi e Fabio Duranti in questa puntata di ‘Un Giorno Speciale’.

“Il Presidente del Consiglio – dice il Prof. Valerio Malvezzi – non è un politico di professione? È un’affermazione divertente. Siamo nella situazione in cui sembra che ormai uno vada a fare il Ministro perché stava lì per caso. La mia opinione personale è che uno che fa il Presidente del Consiglio è un politico. Uno che sta in Parlamento è un politico. Il resto è demagogia.

Non è possibile che il politico dica “Io faccio decidere alla scienza”. Che lo abbia detto o scritto non fa differenza. Affermare che io, come politico, mi trincero dietro la verità della scienza significa affermare la più grande falsità perché la scienza non è vera.

Tutti i più grandi scienziati sanno che la scienza, il più grande diritto della scienza, è il dubbio. Non esiste la verità della scienza rivelata, sono uomini e come tali sono fallibili. Se vogliamo tutelate la scienza dobbiamo tutelare il valore del dubbio. A governare non devono andare quelli come noi ma quelli migliori di noi ed è questo il grande significato della democrazia. Il politico deve fare sintesi tra le opposte opinioni e sceglie la strada migliore.

Il politico non può uscire dal suo ruolo che è quello di fare sintesi e di scegliere. Non può dire che lui non sceglie perché sopra di lui c’è l’autorità dello scienziato… altrimenti io voto lo scienziato. Mi devi lasciare il diritto di votare altrimenti è un tradimento del diritto di voto. Inoltre non ci dovrebbero essere governi tecnici. Non c’è il tecnico, c’è il politico. Questi sono i principi di base su cui dobbiamo fare chiarezza”.