‘A suon di record’. Il Benevento torna nella massima serie dopo un campionato cadetto dominato in lungo e in largo. Una cavalcata senza intoppi con l’incoronazione ufficiale nel match interno contro la Juve Stabia. Decisivo il goal di Sau al minuto 71. Un distacco abissale di ben 24 punti rispecchiano l’andamento del trionfo giallorosso.

Un capolavoro firmato da due artefici: il Presidente Vigorito ed il mister Pippo Inzaghi. Senza dimenticare l’esperto Maggio, ex Napoli, ed il fratello d’arte Roberto Insigne.

In cabina di regia ha indossato la bacchetta magica il numero 10 Nicolas Viola. Il centrocampista dal piede sinistro baciato dalla grazia è intervenuto ai microfoni di ‘Radio Radio Lo Sport’ insieme a Mimmo Politanò, il Direttore Ilario Di Giovambattista e Stefano Raucci in studio.

La gioia incontenibile dell’intera città di Benevento

 “Oggi c’è allenamento, il campionato per noi ancora non è finito e dobbiamo onorarlo fino alla fine. Mancano ancora tante partite e dobbiamo stare concentratissimi però non nascondo che l’emozione per quello che abbiamo fatto è alle stelle e siamo felicissimi. La città è impazzita, nonostante questa pandemia ha un po’ frenato tutti i festeggiamenti per gli assembramenti, però ripeto siamo molto felici. I tifosi ci hanno dimostrato un calore che ogni anno è sempre una gioia”.

Mister Pippo Inzaghi l’uomo in più di questa cavalcata

Il lavoro del mister è stato determinante. Quello che mi ha colpito di più è stata l’umiltà e l’approccio che mette in ogni allenamento, perché le partite sono una conseguenza degli allenamenti. Ci ha trasmesso quella voglia di vincere in ogni partita che l’anno scorso sicuramente ci è mancata. Ha il grandissimo merito di averci dato quel qualcosa in più per affrontare tutte le partite nel migliore dei modi. Secondo me è stato l’uomo in più”.

Ora il Benevento è più attrezzata per affrontare la Serie A

La prima esperienza in Serie A ci ha rafforzato perché sappiamo a che cosa andiamo incontro. Sono stra-convinto che il Benevento adesso sia una società più attrezzata a questo tipo di campionati. Ora dobbiamo chiudere questo campionato di Serie B nel migliore dei modi e queste partite possono darci quel qualcosa in più per farci partire bene l’anno prossimo, visto che comunque il ritiro non si farà o almeno avremo poco tempo per farlo. Già partire nel migliore dei modi è molto importante”.

Una mentalità vincente per scrivere la storia

Per quanto riguarda il mister, lui è un martello. Non lascia nulla al caso e già subito dopo la partita, dopo i festeggiamenti, oggi ha subito messo le cose in chiaro perché lui vuole vincere tutte le partite. Questa è stata la mentalità di questo Benevento, la mentalità di un allenatore che ha vinto tutto da calciatore e poi ha trasmesso ai calciatori i suoi stati d’animo, i suoi pensieri e la voglia di non passare nel dimenticatoio. Perché anche facendo questi record verremo ricordati nella storia”.

In Serie A per fare un campionato importante

Dopo questa stagione l’obiettivo è di rimanere in Serie A per fare un campionato importante e sarebbe un ulteriore trampolino di lancio per tutti. Chi arriverà troverà un ambiente solido che si sta costruendo per il futuro. Questa è una sfida importante. Io sono uno di quelli che è rimasto scottato dalla prima annata in A. Ci torno adesso con una maturità diversa e non vedo l’ora di togliermi le soddisfazioni per le quali mi sto allenando. Per quanto riguarda i giovani talenti, secondo me, il portiere Montipò è un giocatore che può crescere tantissimo ma già ora ha dimostrato una sicurezza incredibile”.

I fratelli Inzaghi ai raggi X

Io non conosco Simone Inzaghi, però ho visto la Lazio come gioca ed è un allenatore che a me piace tantissimo. Secondo me con Pippo sono diversi e la mia curiosità è di vedere il mister in Serie A. Quindi sarà un bel duello vederlo con il fratello. Penso che il nostro mister abbia a che fare soprattutto con le qualità umane, nel senso che è una persona che ti arriva subito in testa. Ha cambiato proprio la mentalità della società e dei giocatori. Simone invece, secondo me, è un allenatore molto più tattico”.

Tra A e B una differenza abissale

Tra la Serie A e la Serie B c’è una differenza enorme. Quindi dovremo usare queste partite per farci trovare pronti perché è un campionato completamente diverso. Penso che la società si sta già attrezzando per migliorare questa rosa. Con questa mentalità posso dire che sicuramente non andiamo in Serie A per fare la comparsa ma per giocarcela di partita in partita. Io ero un tifosissimo del Milan quindi per me Inzaghi era un idolo, avevo il suo poster, e vederlo la prima volta da mister è stato strano. Però poi capisci dall’umiltà e dalla persona che è un grande campione sia in campo che fuori”.

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