Le reazioni al disegno di legge che punisce l’odio omofobico, depositata ieri alla Camera, non sono tardate. Il testo si riallaccia alla legge Mancino che contrasta i reati di razzismo e prevede il carcere da uno ai quattro anni per chi istiga alla violenza di genere.

Chi si oppone al cosiddetto Ddl Zan, dal nome del deputato dem relatore del testo, ne contesta la legittimità di punire chi ha un parere difforme. Rientrano tra gli oppositori le associazioni più conservatrici come Pro Vita e Famiglia onlus.

Immancabile anche il disappunto di Mario Adinolfi, leader del “Popolo della Famiglia”, che intervistato da Stefano Molinari e Luigia Luciani ha lanciato invettive nei confronti dell’Onorevole Boldrini, della televisione pubblica, di specifiche lobby e di giornalisti e cultori del politicamente corretto.

Questo il pensiero di Mario Adinolfi a “Lavori in Corso”.

La Boldrini mente, Il Ddl Zan non serve

La Boldrini semplicemente mente. La legge non punisce la violenza, ma l’istigazione alla violenza. Qui stiamo discutendo se esiste una categoria speciale. Se esiste una motivazione per cui, in questa tragica fattoria degli animali di orwelliana memoria, esiste una legge secondo la quale tutti gli animale sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri.

La finalità delle legge è unicamente fornire uno strumento per la punibilità della cosiddetta istigazione all’odio omofobico. Non è definito che cos’è omofobia, non è definita cos’è istigazione. Quindi un magistrato potrebbe pensare che il Popolo della Famiglia che ha nel suo simbolo la scritta ‘No Gendere nelle scuole’ stia istigando all’odio omofobico.

E’ veramente una bugia. Gli atti contro gli omosessuali sono già perseguibili. Non serve il Ddl Zan. Però su Rai 1, un paio d’ore fa, si chiama la solita trans a fare il solito comizio. E la conduttrice conclude il comizio favorevole al Ddl Zan dicendo ‘sono sicura che voi telespettatori la pensate come noi’. Eh, noi non la pensiamo così. Adesso Rai 1 è diventata Gay 1.

Io me ne fotto di certe lobby. E se le urto sto bene lo stesso”.

Mai vista Myrta Merlino inginocchiarsi per i “penultimi”

“Ma vi pare possibile che ci sia una conduttrice televisiva che si inginocchia per i neri? Fermo restando che in Italia non esiste un caso di una persona di colore uccisa da un poliziotto italiano. Questo è un Paese, dove certe cose non accadono forse proprio per la sua radice cristiana e tollerante. Raccontarlo in quella maniera la vuol dire scimmiottare.

Però quello stesso giorno in cui Myrta Merlino era inginocchiata, io trovo un trafiletto in taglio basso del Messaggero Abruzzo dove diceva che nel giro di dieci giorni si erano suicidate quattro persone. Nella sola provincia di Teramo c’erano stati quattro suicidi dovuti alle condizioni di estrema difficoltà.

Io ho scritto il mio libro “Il grido dei penultimi” per dire che è impossibile che quelle persone stanno inginocchiate per George Floyd e poi quell’altro si deve impiccare”.


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