I prossimi 60 giorni sono quelli decisivi secondo Marco Antonellis e Mauro Masi. Decisivi per gli equilibri che hanno a che fare con la nostra politica interna e decisivi per gli equilibri ancor più delicati che riguardano l’Unione Europea. Il concetto è semplice: che senso ha essere un’organizzazione internazionale politica ed economica se in una situazione di grave emergenza come quella che stiamo vivendo l’Unione non serve a nulla?

In diretta a ‘Un giorno speciale’ Francesco Vergovich ne ha discusso con il direttore di Palazzi&Potere su affaritaliani.it Marco Antonellis e con il Presidente della Banca del Fucino il Professor Mauro Masi. Ecco cosa hanno detto.

“Recovery Fund? Che ce ne facciamo di 80 miliardi se ne dobbiamo restituire 60?” ► Marco Antonellis e Mauro Masi

“I prossimi 60 giorni saranno fondamentali – spiega Marco Antonellis si capirà come finirà veramente la partita europea, perché siamo ancora ai primi passi soprattutto per quel che riguarda il Recovery Fund. Tanto facile entusiasmo, forse fin troppo facile perché non è nemmeno giustificato. Se noi andiamo a fare due conti tra dare e avere, se i numeri rimangono quelli che sappiamo, l’Europa ci darà circa 80 miliardi di euro di sussidi e noi gliene dovremo poi restituire come contributori circa 60 miliardi. Per cui se tutto andrà bene riusciremo a spuntare una ventina di miliardi di euro netti. Una cosa certamente buona ma non è questa festa. 20 miliardi per l’Italia tutto sommato non nemmeno granché. Il resto sono prestiti a determinate condizioni, per cui io userei molta più prudenza rispetto a quello che siamo riusciti a ottenere dall’Europa. Conte si gioca moltissimo su questa partita qui, vedremo come giocherà.

L’altra partita importante è capire se effettivamente nelle prossime settimane verrà erogata questa cassa integrazione e questi famosi 400 miliardi di euro di liquidità che Conte aveva promesso e che ancora non si sono visti. Questi due mesi saranno fondamentali, altrimenti arriverà il Generale Inverno e potrà spazzare via tanta gente”.

“Noi ci troviamo di fronte a un crollo del Pil che è vicino o superiore al 13% – aggiunge Mauro Masi quindi un’enormità. Nessun paese può farcela da solo. Noi senza gli aiuti europei non ce la facciamo. Tutta la partita, anche quella politica, si gioca in Italia e negli altri paesi europei: quando, come e quanti soldi arrivano dall’Europa? Senza i soldi dell’Europa questa volta l’Europa non avrebbe più senso. Portare avanti un progetto europeo che non è in grado di dare aiuti in un momento come questo non si vede perché debba continuare a essere tenuto in piedi. La vera partita è sui fondi europei”.


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