Vi è tra le tante una prerogativa quintessenziale del governo giallofucsia, filobancario e nemico delle classi lavoratrici. Tale prerogativa sta nel fatto che esso riesce incredibilmente a fare e dire peggio rispetto al giorno prima.
Ogni volta si pensa generalmente di aver toccato il fondo, e invece si scopre poi l’indomani che vi è ancora da scavare.
Così è stato con le parole inopportune come non mai dello scudiero giallofucsia Gualtieri, ministro dell’Economia: “Stiamo lavorando per evitare rivolte sociali in autunno“.
In sostanza Gualtieri ci sta apertamente dicendo che non stanno lavorando per risanare l’economia italiana, per favorire la ripartenza, per tutelare le classi lavoratrici e i ceti medi già massacrati ampiamente dalla globalizzazione mercatistica prima del Covid-19.
No, lo scudiero giallofucsia ci assicura che stanno lavorando per “evitare le rivolte sociali in autunno“.
Vogliamo ricordare a tal riguardo che è tipico di tutti i regimi adoperarsi per evitare le rivolte sociali, e non certo fare in modo che il popolo prosperi e le classi lavoratrici possano godere di servizi sociali e di uno stato di benessere generale.
Appare allora lampante come possa essere di grande aiuto tale repressione per il governo giallofucsia e più in generale per gli altri governi europei, seppur con temperature storco-sociali differenti, fronteggiare le rivolte sociali che arriveranno in autunno, quando la pandemia diverrà pienamente economica.
Ebbene, si potrebbe allora sostenere che il ritorno del virus, dell’emergenza, della pandemia e, quindi, delle misure emergenziali in autunno potrebbero essere di grande giovamento per “evitare le rivolte sociali”.
Chissà perché poi già da tempo molti esperti ripetono che arriveranno migliaia di focolai, che l’autunno e l’inveno sono a rischio.
In sostanza viene da pensar male (qualcuno diceva che pensando male ci si prende sempre), ma un nuovo lockdown sarebbe piuttosto funzionale al Governo per evitare tali rivolte sociali. Così, ancora una volta, il virus rivelerà la sua natura.
Un virus di classe, un virus che sta dalla parte della classe dominante contro quelle lavoratrici.
Ancora una volta emergerà limpidamente come il coronavirus sia diventato quasi da subito anche un metodo di governo e abbia reso possibile una nuova razionalità politica che, sul fondamento dell’emergenza, instilla nella popolazione la paura, facendo prosperare misure d’emergenza che permetteranno che il politicamente inaccettabile, divenga politicamente inevitabile.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro
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