Divampano le polemiche nei confronti del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte accusato di eccessivo decisionismo con tendenze autoritarie. Alcune tra le critiche più recenti sono arrivate nella giornata di ieri quando il Premier si è presentato in Camera e Senato per un’informativa in materia di emergenza Coronavirus.

A ribadire a Conte uno stop all’uso dei Dpcm e un maggiore coinvolgimento del Parlamento non sono state soltanto le opposizioni di Lega e Fratelli d’Italia. Anche in seno alla maggioranza Pd e soprattutto Italia Viva hanno manifestato i propri malumori espressi chiaramente nell’ultimatum di Matteo Renzi: “Non abbiamo negato pieni poteri a Salvini per darli a un altro… siamo a un bivio: se lei sceglierà la strada del populismo, non avrà al suo fianco Italia Viva”.

Ma Conte sta davvero rivestendo il ruolo di uomo solo al comando? Antonio Guidi e Francesco Vergovich hanno rivolto questa domanda al presidente Emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre. Questo il suo commento a ‘Guidi e disguidi’.

“E’ stato sottovalutato il diritto al lavoro”

Il diritto al lavoro è considerato dalla Corte costituzionale uno dei diritti fondamentali della nostra Costituzione. Al pari di altri diritti come la libertà personale, di domicilio e circolazione.

Il sacrificio di questa libertà deve essere sempre bilanciato con gli altri diritti e interessi collettivi. C’è stata una sottovalutazione di questo aspetto nei provvedimenti che sono stati presi.

La Costituzione esige che se si limita il diritto al lavoro sia fatto in maniera proporzionale alle esigenze collettive. Se il lavoro si può svolgere nelle garanzie di sicurezza di questa pandemia, allora deve essere svolto”.

Parlamento ignorato

Il Governo Conte, o meglio Conte nella sua persona ha ignorato totalmente gli interessi degli altri. Si è arrogato il potere di decidere da solo. Ha dichiarato lo stato d’emergenza con un atto del Governo, un decreto legge.

Se il Governo deve avere poteri eccezionali, come è eccezionale sospendere i diritti fondamentali per 2-3 mesi alle persone, è un atto straordinario che richiede prima di tutto una delibera del Parlamento. Non un atto del Governo.

E se pensiamo che dopo 60 giorni interviene il Parlamento è chiaro che avviene troppo tardi. Se la dichiarazione di emergenza fosse fasulla, cioè non corrispondente al vero, che succede se dopo 60 giorni il Parlamento non converte? Chi restituisce i diritti violati alle persone che ne hanno subito la limitazione? Nessuno, perchè non può essere risarcita.

Il ruolo di Mattarella

Il Presidente Mattarella poteva intervenire, o forse l’ha fatto, con quella che viene chiamata “moral suasion“, cioè cercare di convincere moralmente il Presidente del Consiglio a seguire un’altra strada.

Non sappiamo se l’ha fatto perché queste cose non si vengono a sapere. Con l’adozione del decreto legge, proprio perché l’articolo 77 della Costituzione dice che è sotto esclusiva responsabilità del Governo, i poteri del Presidente della Repubblica vengono attenuati. Non sono gli stessi di quando promulga una legge.

Con il decreto legge può farlo solo in casi straordinari. E’ chiaro che quindi vengono esautorati i poteri non solo del Parlamento e degli altri membri del Governo, ma anche del Capo dello Stato. E’ una sola persona che decide per tutti. Vi pare che sia conforme al disegno che hanno voluto i nostri padri costituenti”?

Tutto deciso da una sola persona

In questi giorni ho notato che persino i rappresentanti di uno dei più autorevoli partiti che sorregge il Governo cioè il Pd hanno detto: basta Dpcm. Si sono resi conto che la misura è stata superata e che c’è bisogno di un ritorno alla normalità.

La cosa peggiore è quello che inocula nella psiche di un comune cittadino questo comportamento e le parole usate, appunto il “consentiamo“. Un’iniezione di autoritarismo che, in una situazione come quella di legittima paura di fronte alla pandemia, può essere assorbita diventando una convinzione. Proprio perché viene da una persona che in questo momento sta decidendo da sola sugli esiti della pandemia.

L’ha detto molto bene la Presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. In situazioni di questo genere si esce se c’è una forte, attiva e leale cooperazione tra tutti. Il fatto che Conte prende solo provvedimenti singolari ha impedito questa leale cooperazione ed ha accentuato la conflittualità tra i governatori ed il Governo e tra i governatori e i sindaci”.


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