Siamo in un momento molto critico effettivamente per questa malattia. Ci sono diversi dati che ce lo dicono anche di natura analitica. La cancelliera Merkel fa presente che il 60 o il 70% dei tedeschi potrebbe essere contagiato a fronte dei pochi casi che ci sono, relativamente pochi. Evidentemente oggi ha una previsione piuttosto catastrofica, previsione che evidentemente le è stata fornita dai suoi esperti, non credo se la sia inventata. 

Dello stesso pensiero anche uno studio di ricercatori australiani che calcola come questa pandemia potrebbe provocare, nella migliore delle ipotesi, qualcosa come 15 milioni di morti in tutto il mondo. Questo significa un numero enorme di contagiati, paragonabile, ma questa è l’ipotesi ancora più positiva, alle epidemie e alle pandemie più importanti dell’antichità. L’ipotesi più negativa, invece, somiglierebbe addirittura all’influenza cosiddetta spagnola che fece alcune decine di milioni di morti in tutta Europa per di più considerando che c’erano molti meno abitanti allora. 

Dunque, questi panorami ci devono sconfortare? Non necessariamente, nel senso che abbiamo anche i casi positivi, quelli attuali, di un virus che non conosciamo benissimo e che è vero che sta attaccando adesso anche le persone meno deboli e un po’ tutte le fasce di popolazione e che costringe a maggiori numeri di terapie intensive, ma che è altresì vero che resta comunque, dal punto di vista generale, ancora su numeri relativamente limitati.

Naturalmente la mortalità è cresciuta più del doppio rispetto a quella che si pensava all’inizio, ma siamo sempre intorno al 5% o meno rispetto alle grandi epidemie del passato. E’ molto meno, vale la pena di ripeterlo, basta considerare che con il vaiolo, in certe forme combinate, si arrivava al 75% però questo naturalmente non ci consola. 

C’è solo una strada che possiamo fare una volta fallito il contenimento ed è quello di mitigare i contagi appiattendo la curva gaussiana della malattia e dilazionandola nel tempo in modo che si abbia la possibilità di intervenire perché abbiamo visto che con le cure si può guarire.

Dunque, tutto questo complesso di cose più che sconfortarci ci deve mettere nella condizione di coloro che fanno seriamente quello che scienziati ci hanno detto. Cioè tutte le regole che conosciamo e che non siamo qui a ripetere. Occorre starcene sostanzialmente in casa e quando si è fuori più distanziati possibile dagli altri. Sono le uniche cose che possiamo fare e sono anche le cose più giuste.

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