Ufficiale, l’OMS dichiara che il coronavirus è una pandemia. Si è aspettato fino all’ultimo, ha spiegato il Direttore Generale dell’OMS, temendo l’impatto psicologico della notizia sulla popolazione. A determinare che si tratti di pandemia sarebbe la curva crescente della diffusione del virus in tutto il mondo, non più in un numero limitato di paesi insomma. Critiche nei confronti dell’immobilismo di molte nazioni ed elogi invece all’Italia per le iniziative prese in campo.

Ma a che punto siamo? Ci sono dati per capire se i provvedimenti messi in atto stanno dando qualche risultato?

Stefano Molinari e Luigia Luciani ne hanno parlato con il Direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) Gianni Rezza. Ecco cosa ha detto.

“Risultati? E’ un po’ presto per dirlo, però nelle aree rosse incominciamo a vedere dei piccoli miglioramenti. L’infezione tende un po’ a scendere, mentre in altre aree è ancora molto elevata. Dobbiamo attendere per valutare l’impatto delle misure.

Bisogna rallentare a tutti i costi la velocità di diffusione del virus. L’Italia mi sembra che stia prendendo dei provvedimenti abbastanza importanti. Sono gli altri paesi a questo punto che si devono rendere conto del fatto che bisogna fare molto molto contenimento. L’economia ne soffrirà un momento ma dopo riprenderà. In Francia forse lo stanno capendo, ma fino a ieri facevano le manifestazioni dei Puffi a Disneyland o tenevano le discoteche aperte a Parigi. Beh devono rendersi conto che il contenimento si può fare. La Cina lo ha dimostrato.

Roma? Sono stato il primo a lanciare l’allarme, non perché ci fosse una situazione allarmante ma perché si iniziavano a vedere alcune catene di trasmissione dell’infezione. E’ bene tenere gli occhi aperti, vigilare, cercare di fare anche contenimento preventivo. Per ora la situazione è relativamente sotto controllo, ci sono persone in terapia intensiva ma la diffusione sembra limitata. Io spero che il distanziamento sociale tenda ad arginare una possibile diffusione”.


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