La luce in fondo al tunnel ancora non si vede. Il coronavirus continua la sua diffusione sul territorio italiano, gli ultimi dati parlano di 3.858 casi e 148 morti. A spaventare nelle ultime ore è inoltre il primo caso individuato a Roma all’ospedale San Giovanni, è infatti deceduto un uomo che è risultato positivo al primo tampone di controllo.

A questo punto ci si interroga su quali saranno gli sviluppi della diffusione del virus e quali saranno i numeri di contagi e morti nei prossimi giorni. Arrivano infatti le prime stime e previsioni da parte degli esperti.

Per capire i possibili scenari di sviluppo del coronavirus in Italia abbiamo intervistato il Prof. Giuseppe De Nicolao, docente di identificazione e analisi dei dati presso la facoltà di ingegneria di Pavia.

Ecco l’intervista di Luigia Luciani e Stefano Molinari a ‘Lavori in Corso’.

“Ho fatto un’analisi. Si tratta di mettere i dati su un foglio di carta e vedere cosa succede. È noto che molte epidemie hanno un inizio esponenziale e guardando i dati si vede questo comportamento estremamente pericoloso. Nella fase iniziale ogni tot. giorni il numero dei morti o in terapia intensiva raddoppia.

Nel nostro caso siamo in una fase in cui c’è un raddoppio ogni 2,5 giorni. Il dato di oggi sui morti sembra peggio della previsione, era 145 e invece ne abbiamo 152. La curva di salita dei morti non presenta segni di miglioramento. Nella curva il numero dei positivi invece già da qualche giorno risulta inferiore rispetto ad una crescita esponenziale. Ci sono però fondati dubbi che ormai i dati risentano di un diverso protocollo dei tamponi, ora vengono fatti solo dopo che insorgono i sintomi. I dati più affidabili purtroppo sono quelli dei morti.

La chiusura delle scuole è legata alla limitazione della crescita. Il problema è la crescita, se non si rallenta presto può mandare al collasso le strutture sanitarie. La Lombardia in questo momento sta compiendo uno sforzo titanico per garantire i posti in terapia intensiva. Il modello matematico non è fine a se stesso, ma serve a preventivare quello che può essere lo scenario peggiore. Se lo scenario peggiore si verifica senza che si siano predisposte le misure ci sono dei pazienti che muoiono. Io ho paura che chiudere le scuole non basterà”.



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