Si può applaudire una squadra alla seconda sconfitta consecutiva in Champions League? Sì, certo che si può, soprattutto se non si giudica il lavoro di un gruppo esclusivamente dal risultato, magari da un gol incassato all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero.
L’Atalanta ha perso contro lo Shakhtar, ma ha perso soprattutto perché ci ha provato con un coraggio immenso, con la voglia straordinaria di voler regalare una soddisfazione ai propri tifosi, che sono andati ad affollare San Siro. L’Atalanta, una volta in vantaggio, non ha pensato ad amministrare il risultato e, dopo l’-1-1 avversario, ha continuato a crederci, a spingere.
Ci ha provato con le mosse di Gasperini che ha inserito Muriel al fianco di Zapata, con Gomez ad ispirare. Il coraggio dell’Atalanta non è stato premiato, perché pochi secondi prima di incassare la rete del ko, proprio Gomez ha sferrato il tiro che ha costretto il portiere avversario a una straordinaria parata. Ma di sicuro l’Atalanta ha dimostrato di essere lì, in Champions, meritatamente. E anche una squadra che perde per due volte di fila, può ricevere solo applausi.
Alessandro Vocalelli
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