A seguito del mio recente discorso sulla differenza tra teoria e pratica, mi è stata mossa la critica di essere un teorico puro. Quando, per mestiere, ho a che fare con i commercialisti, gli insegno a fare pianificazione finanziaria, a come negoziare con le banche. L’accusa quindi di essere un teorico puro, francamente, è divertente, perché parlo di aspetti pratici, di presse, di capannoni, di magazzini.
Quello che voglio sottolineare, quando parlo di Economia Umanistica, è che la pratica, come viene intesa dalle persone, non ha senso se non si pensa prima di agire. Ci sono delle professioni – tutte fondamentalmente, perché non esistono mestieri in cui non bisogna usare il cervello -, nelle quali prima bisogna pensare. E, per farlo, è necessario prima conoscere la realtà. Non c’è nulla quindi di più pratico che approfondire le questioni e ragionare sugli aspetti della realtà prima di agire.
E’ questa la differenza che intercorre tra gli esseri umani e le scimmie, quell’evoluzione della specie umana che ci spiega perché siamo diventati l’animale dominante sulla Terra. Perché noi esseri umani non subiamo la realtà, ma la plasmiamo a nostro piacimento, usando l’intelletto.
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