Il debito è ormai una colpa inespiabile e forma, per così dire, la libera religione del mercato capitalistico.

Sorge, quindi, una domanda: uno Stato è in fallimento quando non paga i debiti assassini degli usurai internazionali, o quando, per pagarli, taglia la spesa pubblica, piuttosto che la sanità, la scuola, la ricerca?

Il pensiero neoliberista non ha alcun dubbio in merito: bisogna rispettare il debito, sempre. Anche quando comporta il sacrificare vite umane, il proprio popolo, in nome di quel debito. Basti pensare a qualche anno fa, alla situazione economica e alla popolazione greca, immolata sull’altare del capitalismo dell’UE.

La parabola è quindi la seguente: se saremo sufficientemente servili, allora l’Europa sarà indulgente con l’Italia, non ci tratterà come la Grecia.

Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo, ha infatti affermato di recente che “la flessibilità è possibile, ma rispettando le norme dell’Ue“. In sostanza, guai a criticare quindi l’Unione Europea, la quale sorge come progetto liberista delle classi dominanti per distruggere la democrazia.

Ci sono riusciti e l’hanno fatto mediante quel vincolo esterno che si traduce ogni volta nella frase “ce lo chiede l’Europa“.

RadioAttività, la pillola del giorno con Diego Fusaro 09/09/2019.


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