Mentre i Cinquestelle storcono il naso la Lega rilancia: la flat tax si farà e riguarderà anche le famiglie. Si profila il rischio di un nuovo braccio di ferro all’interno della compagine governativa su uno dei pezzi da 90 della campagna elettorale del Carroccio, la cosiddetta ‘tassa piatta’ da estendere anche ai nuclei familiari. Secondo uno studio della Lega la flat tax ‘fase II’ avrebbe “un’incidenza di circa 12 miliardi” e si applicherebbe a tutte le famiglie fino a 50 mila euro di reddito. Duplice l’aliquota: del 15% fino a 80mila euro di reddito e del 20% per i redditi superiori a tale soglia.

Da Melfi, Salvini annuncia di volerla introdurre nel 2019: “La vogliamo far entrare anche nelle case delle famiglie dei lavoratori dipendenti italiani”, incalza il vicepremier. Ma è l’altro vice presidente del Consiglio a tirare il freno a mano: “Troveremo una soluzione insieme alla Lega – dice – come abbiamo sempre fatto. Sono molto fiducioso” ma, avverte, “l’importante è non fare facili promesse alla Berlusconi”. A portare il gelo sul ‘reddito familiare’ ideato dal sottosegretario leghista Armando Siri è uno studio messo a punto dal ministero dell’Economia e datato 8 febbraio 2019 secondo il quale la flat tax applicata alle famiglie costerebbe praticamente quanto tre manovre economiche.

Secondo la simulazione elaborata dal Mef il conto per le casse dello Stato ammonterebbe quasi a 60 miliardi. “inapplicabile” per gli addetti ai lavori. Secondo lo schema visionato è prevista una deduzione di 3mila euro per ciascun componente del nucleo familiare con reddito fino a 35mila euro mentre, per i redditi superiori ai 50mila euro all’anno – stando almeno alla simulazione elaborata da via XX settembre – non sarebbe prevista alcuna deduzione. La misura, si legge nel documento, favorirebbe un numero di nuclei familiari pari a 16,4 milioni, mentre il vantaggio medio familiare sarebbe di circa 3.600 euro.

Numeri che non convincono tuttavia i tecnici visti i costi che se confermati sarebbero pari a circa tre manovre economiche. La Lega però non si scompone. E in una nota sottolinea che “Lo studio messo a punto è di circa 15 giorni fa”. E anche il sottosegretario ai Trasporti, Armando Siri, ribadisce che “la nostra proposta di Flat Tax Fase II ha un’incidenza di circa 12 mld e si riferisce a un intervento di riduzione dell’imposta per tutte le famiglie fino a 50 mila euro di reddito. Il nostro studio è stato messo a punto circa 15 giorni fa quindi risulta evidente come la data dell’8 febbraio sia antecedente alle nostre elaborazioni. Mi pare evidente che non c’entra”. Il fronte, intanto, resta aperto.