A volte, il destino. Tutti, almeno quasi tutti, ad attendere Kean e il millennial si presenta, segna un gol che sembra facile, per chi non conosce il football ma ne parla a vanvera, ma è roba che appartiene a chi è destinato a lasciare il segno. Niente di straordinario ma la sensazione che, a differenza di Balotelli, questo ragazzo di diciannove anni, tutelato dallo stesso procuratore, Mino Raiola, ha la testa a posto, gioca per la squadra, si batte, spinge, sbuffa, suda, si arrabbia dopo un errore, esulta dopo un gol, insomma è calciatore genuino, già maturo, nonostante l’età che spesso porta all’inganno o
Con il romanista che sa andare dovunque e ama la conclusione a rete ecco che Mancini potrà divertirsi e farci divertire con la coppia di sbarbati (si diceva così) più bella e interessante del nostro vivaio. Vittoria doverosa, con premesse di gioco e promesse che già sono realtà. E che nessuno torni a proporre Mario Balotelli.
Tony Damascelli
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