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Attualità

La Riforma della Giustizia spiegata in 8 minuti ▷ Domande da sì/no con l’Avv. Di palo

Ospite su Radio Radio Café, l’avvocato ‘social’ Giuseppe Di Palo ha spiegato in modo chiaro e diretto la questione della separazione delle carriere dei magistrati e le implicazioni della riforma della giustizia che sarà oggetto di referendum nei prossimi mesi. Tra dettagli tecnici e riflessioni politiche, Di Palo ha affrontato le principali preoccupazioni sollevate da chi sostiene questa riforma e da chi, invece, teme una deriva autoritaria.

Riforma della Giustizia – La Separazione delle Carriere: Un Tema da “Sì” o “No”?

L’avvocato ha precisato sin dall’inizio che la divisione delle carriere tra pubblico ministero e giudice non è il vero cuore del dibattito sulla riforma della giustizia. A suo parere, la questione fondamentale riguarda la creazione di due CSM (Consigli Superiori della Magistratura) e l’istituzione di una Alta Corte Disciplinare. Secondo l’avvocato, questi cambiamenti mirano a sottrarre il potere disciplinare dei magistrati, portando la politica a influenzare il funzionamento del sistema giuridico italiano.

Non è tanto la separazione delle carriere a preoccupare, quanto la creazione di un nuovo CSM che potrebbe finire sotto il controllo della politica, il che metterebbe a rischio l’autonomia della magistratura“.

L’avvocato ha sottolineato che la separazione delle carriere è una questione che riguarda più la politica interna della magistratura che l’indipendenza della giustizia in sé. Le correnti interne alla magistratura, infatti, sono viste da chi appoggia la riforma come una minaccia alla neutralità e indipendenza dei giudici. Di Palo ha anche accennato al caso Palamara, che ha messo in evidenza come le correnti abbiano avuto un’influenza sulle nomine e sulla gestione interna dei magistrati, alimentando il sospetto di una spartizione del potere che minaccia la credibilità e l’autonomia della giustizia.

L’Influenza della Politica sulla Magistratura

Secondo Di Palo, l’introduzione di una alta corte disciplinare che controlla l’operato dei magistrati è vista da molti come un modo per consentire alla politica di interferire nelle decisioni dei giudici, minando la separazione dei poteri. La proposta di riforma è accusata di creare un sistema che, pur mirando a migliorare l’efficienza e l’indipendenza della giustizia, potrebbe in realtà favorire la sottomissione del pubblico ministero al potere esecutivo.

Tuttavia, il giurista non ha nascosto che oggi, il CSM è molto influenzato dalle correnti interne, che non sono più soltanto associazioni culturali, ma vere e proprie lobby di potere che condizionano le nomine”.

Per Di Palo, la separazione delle carriere potrebbe essere necessaria per rafforzare l’autonomia della magistratura, ma bisogna fare molta attenzione a come viene gestito il potere di controllo e le modalità con cui si assegnano i ruoli di vertice all’interno del sistema giudiziario.

L’Impatto sulla Legalità e le Misure Cautelari

Un altro aspetto su cui l’avvocato si è soffermato riguarda l’impatto della riforma sulla legalità. Di Palo ha posto l’accento sulle problematiche legate alla giurisdizione e all’applicazione delle misure cautelari. A suo dire, in Italia circa il 12% delle persone arrestate durante le indagini preliminari vengono poi assolte, segno che spesso l’applicazione di tali misure non è sufficientemente giustificata dalle prove.

Il problema sta nell’allineamento tra i giudici e le prospettive accusatorie del pubblico ministero, soprattutto nella fase delle misure cautelari. Una riforma che potesse limitare queste ingiustizie sarebbe sicuramente positiva“.

La riforma potrebbe dunque portare a una maggiore equità nelle decisioni cautelari, riducendo il rischio di arresti ingiustificati, ma Di Palo avverte che l’interferenza politica nel sistema giudiziario è sempre un rischio da considerare con attenzione.

Il Rischio di una “Parità” tra Pubblico Ministero e Difesa

In risposta a una domanda su un possibile rischio di competizione effettiva (come negli USA, per intederci) tra pubblico ministero e avvocato difensore, Di Palo ha chiarito che al momento non esiste alcun pericolo in tal senso. In Italia, infatti, la disparità di potere tra il pubblico ministero e la difesa è evidente fin dalle prime fasi delle indagini, dove il pubblico ministero ha a disposizione risorse molto maggiori.

Non esiste una parità di potere tra pubblico ministero e difensore nelle indagini preliminari. Il pubblico ministero ha i soldi e i mezzi dello Stato, mentre il difensore si trova spesso a lottare con risorse limitate.

Secondo Di Palo, quindi, non c’è il rischio che la separazione delle carriere porti a una “competizione” tra le due figure, ma piuttosto a una maggiore chiarezza nei ruoli e nelle responsabilità all’interno del processo penale.

Riforma della Giustizia – La Necessità di una Riflessione Attenta

In chiusura, il giurista ha invitato a riflettere con attenzione sui pro e contro della riforma, riconoscendo che l’adozione di una separazione delle carriere potrebbe rappresentare un passo positivo per l’indipendenza della magistratura, ma che bisogna evitare di incorrere in scelte che permettano alla politica di influire indebitamente sull’operato dei giudici.

Occorre un attento bilanciamento: la separazione delle carriere può essere necessaria, ma senza mettere a rischio l’autonomia della magistratura“.

La riforma della giustizia è una questione complessa che richiede una valutazione profonda da parte di tutti i cittadini, soprattutto in vista del referendum che si terrà nei prossimi mesi. Sarà fondamentale comprendere bene gli effetti di ogni singola proposta per non rischiare di compromettere l’integrità del sistema giuridico italiano.

Francesco Bastianini

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