Al suo primo grande appuntamento con la maglia nerazzurra, Petar Sučić non ha tremato. Contro il Torino ha offerto una prova di personalità, qualità e continuità, conquistando pubblico e critica. Un debutto che lascia intravedere un futuro da protagonista nell’Inter di Chivu.
I dati raccontano più delle parole la serata straordinaria del croato. Sučić ha toccato 68 palloni, con un impressionante 91,2 % di precisione nei passaggi, segno di una gestione sicura e ordinata della manovra. Ha creato due occasioni da gol, tentato quattro conclusioni personali – due delle quali neutralizzate da Israel – ed è stato una presenza costante in entrambe le fasi. Non si è limitato a distribuire palloni, ma ha anche recuperato diversi possessi con tackle energici e un pressing feroce. Giocare a San Siro alla prima di campionato, in un 5-0 che ha illuminato la notte nerazzurra, poteva intimorirlo: lui invece ha risposto con la freddezza di un veterano.
Dopo il fischio finale, le pagelle non hanno lasciato spazio a dubbi. La Gazzetta dello Sport gli ha assegnato un meritato 8 in pagella, sottolineando “agonismo enorme, palle recuperate con rabbia e qualità da potenziale campione”. La stampa specializzata lo ha descritto come “giocatore speciale”, capace di unire eleganza e aggressività, fantasia e ordine tattico. Ma forse l’applauso più sincero è arrivato dai tifosi sugli spalti: San Siro lo ha salutato come nuovo idolo, con cori e applausi a ogni giocata. Al termine della gara, il croato ha regalato la maglia a un supporter in curva, un gesto semplice che ha rafforzato la sua immagine di ragazzo umile, pronto a crescere passo dopo passo. In un solo match, Sučić è diventato un simbolo di entusiasmo e speranza per la nuova Inter.
Se la serata con il Torino è stata una consacrazione immediata, è anche merito del lavoro di Chivu, che lo ha inserito nel suo spartito tattico con intelligenza. Sučić interpreta il ruolo di mezzala con straordinaria completezza: si abbassa per aiutare la difesa in fase di costruzione, accompagna l’azione con corse senza palla e si inserisce con tempi perfetti. La sua capacità di reggere l’urto fisico, unita a una visione di gioco verticale e rapida, lo rende ideale per il calcio dinamico e compatto che l’allenatore rumeno vuole imprimere all’Inter. In poche settimane è passato dall’essere una scommessa a un punto di riferimento: giovane ma maturo, disciplinato ma creativo. Se continuerà su questa strada, potrà diventare non solo una pedina preziosa, ma uno dei leader tecnici di un’Inter che punta in alto.
Il debutto di Petar Sučić in Serie A è stato molto più di una semplice buona prova: è stato un manifesto di personalità e talento. Nel 5-0 al Torino ha messo in mostra tutte le qualità di cui dispone, attirando paragoni importanti e conquistando un posto nel cuore dei tifosi. Chivu sa di avere tra le mani un diamante grezzo che, con il tempo, può diventare il fulcro del centrocampo nerazzurro. Perché quando nasce una stella non puoi far finta di niente, devi soltanto lasciarla brillare.
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