Passano gli anni, ma non passano le emergenze.
Nel 2023 le “brigate caldo” allarmavano sull’estate “più calda di sempre”. Così come nel 2022, 2021, 2020 e così via.
Non manca all’appello il 2024. Le testate online di informazione usano aggettivi come “infernale”, “da incubo”, “allarmante”, “da apocalisse”. Il tutto da accompagnare rigorosamente con la parola “caldo”. Nell’estate scorsa l’allarme era per i ricoveri in ospedale per la canicola, malori per il caldo e per le temperature record. “Siamo andati sotto pressione per l’influenza – commentava a suo tempo Francesco Borgonovo in diretta – poi per le polmoniti, per il Covid, ora per il caldo; come se d’estate gli anziani non siano mai stati male. Fra un po’ andremo sotto pressione per le unghie incarnite“.
Seguiva poi un altro allarme: quello di Hans Kluge, medico OMS, “il responsabile diretto di Francesco Zambon -spiega Borgonovo – quello che fece il bellissimo report sulla pandemia che poi fu censurato e mai più ripubblicato. Zambon per questa vicenda si è dimesso, che era l’unico che aveva ragione, l’unico che con coraggio si è opposto alle censure. Hans Kluge è ancora lì e adesso parla della crisi climatica“.
“La crisi climatica è una minaccia per l’umanità – scriveva Kluge su Nature – dobbiamo adattarci alla realtà e guardare agli anni e ai decenni a venire, pensare a soluzioni contro il caldo”.
Il commento del vicedirettore de La Verità | Punto & Accapo, 19 luglio 2023.
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