Pare che la situazione sul fronte africano vada notevolmente complicandosi. Il Niger, infatti, ha chiesto qualche giorno addietro l’immediata espulsione dell’ambasciatore francese. Ciò ha rivelato una volta di più con limpido profilo la propria volontà di continuare senza esitazioni e senza freni sulla linea dell’anticolonialismo e della piena rivendicazione della propria sovranità nazionale e della propria indipendenza
da ingerenze esterne.
Per inciso, come più volte abbiamo sottolineato, la sollevazione del Niger ha attivato una catena di analoghe rivendicazioni di sovranità e di opposizione alle scellerate politiche coloniali occidentali. Politiche coloniali occidentali che, va sottolineato, continuano in qualche maniera anche oggi a utilizzare in maniera sciagurata l’Africa come colonia al servigio dell’Europa, come peraltro affiora limpidamente dalla triste, tristissima e sciagurata vicenda del franco africano, strumento in grazia del quale la Francia continua a trattare in maniera coloniale l’Africa, o almeno alcune sue parti. Curiosamente, va sottolineato anche questo aspetto, l’Occidente, come ben ricorderete, celebrava con entusiasmo le primavere arabe, cioè i moti di protesta volti a favorire l’occidentalizzazione dell’Africa.
Le primavere arabe questo facevano, abbattevano quel che rimaneva del vecchio nazionalismo arabo, quello che si era a suo tempo manifestato in figure pur diverse come Gheddafi in Libia o ancora prima come Nasser in Egitto. Le rivoluzioni arabe chiudevano definitivamente quel ciclo e sembravano aprire una forma di ormai integrale occidentalizzazione dell’Africa. E per questo venivano celebrate, come già dicevo, dall’occidente attrazione atlantista.
Adesso invece lo stesso occidente demonizza come terroristici e con altre espressioni ugualmente ostracizzanti i moti di protesta africani che si battono non per l’occidentalizzazione dell’Africa ma viceversa per la sua sacrosanta liberazione dal colonialismo occidentale. Si tratta a ben vedere della solita vicenda dei due pesi e delle due misure dalla quale si evince in modo nitido l’elevato tasso di ipocrisia con cui l’Occidente continua a rapportarsi anche all’Africa. Insomma, questi moti che in Niger hanno trovato un loro movimento di manifestazione fondamentale sembrano avvalorare l’idea che l’Africa voglia un panafricanismo, un indipendentismo, una forma di liberazione dal colonialismo occidentale, esattamente l’opposto di quel che era emerso con le rivoluzioni ampiamente colorate, dette rivolte arabe o primavere arabe di qualche anno addietro.
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