La Dea a stelle e strisce. Si chiama proprio così, La Dea, la società rilevata al 55% da investitori americani. Non controlla tutto il capitale sociale dell’Atalanta, ma comunque una fetta quasi totale, l’87%, quello che fino a ieri spettava per intero alla famiglia Percassi, che ora avrà un nuovo co-proprietario o, più precisamente “co-chairman”. Parliamo dello statunitense Stephen Pagliuca, già coproprietario in NBA dei Boston Celtics che di gestire grossi fondi ne sa qualcosa.
Sono 155 i miliardi di dollari che tiene sotto la sua ala, parliamo del fondo Bain che però non parteciperà alle quote atalantine. Il nuovo investitore – con una vena anche politica essendo reduce da una sconfitta per diventare Senatore con il Partito Democratico in Massachussets – condurrà l’operazione a titolo personale: “Siamo estremamente felici di entrare in partnership con la famiglia Percassi e di essere di supporto per il futuro sviluppo del club. L’Atalanta e i Boston Celtics condividono gli stessi valori sportivi: spirito di squadra ed un legame unico con le proprie tifoserie e comunità“.
Niente panico però, a livello organizzativo cambierà ben poco per il club di cui Antonio Percassi resterà presidente: “”Abbiamo colto, con la mia famiglia, questa opportunità, con l’obiettivo di far crescere la nostra squadra scegliendo di rimanere legati al Club, che in oltre dieci anni abbiamo portato a risultati che forse nessuno si sarebbe aspettato da una squadra di provincia”. Questo il commento del numero 1 nerazzurro a margine dell’annuncio ufficiale della collaborazione.
Una sfida di sviluppo del brand dunque è principalmente il senso dell’operazione: uno step fondamentale visto che grandi non si diventa solo con le prestazioni in campo, quelle possono gettare le basi per competere con i big.
“Il gruppo di nuovi investitori – si legge nella nota – comprende professionisti di primo piano con una profonda esperienza nel settore del calcio e dello sport in genere. Anche per questo, la partnership si pone l’obiettivo di rafforzare la società e la squadra, con l’intento di conseguire un ulteriore miglioramento dei risultati sportivi ed economici – oltre a quelli ragguardevoli – sin qui raggiunti”.
“Una parte importante del progetto”, riferisce Il Sole 24 Ore, “sarebbe anche di tipo immobiliare con lo sviluppo dello stadio, che l’Atalanta ha già di sua proprietà”.
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