In questi giorni il virologo Massimo Galli ha tuonato contro gli studenti i quali, legittimamente, vogliono tornare a scuola, vogliono tornare ad apprendere e per apprendere vogliono essere in presenza. Questa la sua risposta a ‘L’Aria che tira’: “Servizi che mi disturbano, fanno le vittime”.
Ebbene secondo il virologo meneghino sono gli studenti che stanno facendo le vittime.
Faccio alcune considerazioni su quella che definisco la nuova figura dell’abominio della didattica a distanza. Siamo al cospetto della fine del modello plurisecolare dell’università, delle scuole e delle relazioni sociali che caratterizzavano questi istituti di formazione. È stato tutto cancellato in blocco, sostituito dalla didattica digitalizzata, dall’e-learning e dalla didattica a distanza.
Stanno annichilendo senza riserve la possibilità di apprendere e di fare scuola.
Si produrranno, e già si stanno producendo, masse anonime di atomi telematici senza cultura e senza radici, sottoposti a sorveglianza biopolitica ininterrotta, incapaci di pensare e dunque di criticare lo stato di cose.
La scuola a distanza semplicemente non è più scuola.
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