Sembra di rivivere lo stesso film. Sale l’allerta sull’emergenza coronavirus in Italia e, come accaduto la scorsa primavera, si accende il conflitto istituzionale tra Stato e Regioni, tra Regione e Regione e tra i vari enti locali. Al centro della polemica sono finiti di recente i ritardi nelle terapie intensive, con i quali alcuni esponenti del Governo di Roma hanno ammonito i rappresentati dei territori.
Il primo a lanciare il sasso è stato il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia chiedendo spiegazioni sulla destinazione di centinaia di ventilatori messi a disposizione. Altra polemica è stata quella innescata dalla ministra all’Istruzione Lucia Azzolina, che ha rimproverato a Vincenzo De Luca la chiusura delle scuole disposta dal Presidente della Regione Campania. Azzolina ha anche aggiunto che letta l’ordinanza valuterà gli estremi per il ricorso.
Anche dallo stesso partito di De Luca, il Pd, sono arrivate critiche alla sua azione. Ai microfoni di Luigia Luciani e Stefano Molinari, il senatore dem Alessandro Alfieri ha fatto il punto della situazione.
Questo l’intervento di Alessandro Alfieri a “Lavori in corso”.
“Innanzitutto chiediamo di prendere atto della realtà: di una crescita dei contagi e che ci sono realtà che più di altre sono oggetto di flussi di persone. Da questo punto di vista sicuramente lo smart working porta a diminuire il numero di persone sui trasporti pubblici. E poi sul versante della cosiddetta movida e di tutte le attività notturne.
Il lavoro fatto in Conferenza Stato-Regioni è utilissimo. Non è facile tenere insieme le diverse Regioni. I governatori hanno caratteri diversi, sono di partiti diversi”.
“I soldi ci sono. C’è un problema di procedure e di ritardi. In alcun Regioni c’è stata l’idea che il peggio fosse passato. E questa è stata una sottovalutazione politica grave. In alcuni casi si è in ritardo. Probabilmente perché non avevano vissuto quello che, ad esempio, è accaduto in Lombardia”.
“Per esami molto delicati ci sono molti ritardi, liste di attesa che si allungano. E’ questo è davvero grave. Se mettiamo tutta l’attenzione sul covid ci sono situazioni molto delicate che rischiano di andare in coda. E pagheremo un prezzo elevato”.
“Sulla scuola oggi noi ci siamo schierati come Pd, dopo la scelta di De Luca. Abbiamo voluto dire che la scuola non si tocca perché per noi è tra le attività essenziali. Rischiamo di pagare in futuro con una generazione che non ha avuto le basi di matematica e italiano”.
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