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Attualità

“Perché Conte è andato al funerale di Willy e non a quello di Maria Paola?” ► Battaglia (Attivista Lgbt)

Tanti, troppi casi di violenza in poco, pochissimo tempo. Di recente le cronache di media e testate giornalistiche si sono riempite di episodi tristi, con l’ignoranza come minimo comun denominatore. Soltanto la scorsa settimana l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, ucciso di botte a Colleferro, aveva scosso l’intero Paese.

Sembrava essere suonato lì, il campanello del classico punto di non ritorno. Ma poi si sono aggiunti gli stupri delle minorenni inglesi a Matera, quello del Circeo e infine la tragedia di Caivano che ha coinvolto Maria Paola Gaglione. La ragazza è deceduta dopo essere stata speronata dal fratello Michele, mentre viaggiava a bordo di un motorino insieme a Ciro, il suo compagno transgender.

Così un semplice campanello di avvertimento si è trasformato in un gigantesco allarme sulla società italiana. Rientrerà o continueranno episodi del genere secondo la logica che “al peggio non c’è mai fine?” Luigia Luciani e Stefano Molinari hanno chiesto un parere a Imma Battaglia, attivista per i diritti Lgbt. Questo il suo pensiero a “Lavori in corso”.

“Io penso che noi stiamo regredendo in maniera pericolosa verso una cultura fascista, maschilista, sessista, razzista, xenofoba e facciamo finta di niente. Facciamo finta che sia normale la violenza e lo stupro. Io sono attonita verso la Gomorra che si è estesa a macchia di leopardo. Far finta di niente è veramente censurare la realtà. Siamo davanti il Medioevo.

Perché Conte è andato al funerale di Willy e non a quello di Maria Paola? Dove sta la differenza? Io quello che subisco adesso vent’anni fa non mi succedeva. Perché c’è un livello di comunicazione che è cambiata. Oggi l’odio che mi arriva non lo sopporto. Ci siamo involuti ed è più pericolo. E chi fa il superficiale, sbaglia.

C’è una legge in discussione e l’unico argomento dell’opposizione è che però non bisogna vietare la libertà di espressione. Tutto il mondo a questa legge e l’opposizione dice ‘ah però, io mi devo esprimere liberamente’. Stiamo ancora discutendo che poter dire ‘fai schifo, froio di meda’ è una cosa che devi essere in libertà di dirlo.

La famiglia tradizionale non esiste più. Esistono le varie forme di famiglie.

La rete sta diventando il mondo dove le dittature sono imperanti”.


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